Dopo una prima fase di smarrimento mi sono interrogata in questi giorni sul perché ai casting di Montalbano in provincia di Ragusa ci fosse stata la ressa. Lunghe file in attesa di cosa? Di un provino per fare la comparsa con la speranza di essere notati, diventare attori o semplicemente per essere parte di qualcosa che funziona e brillare di luce di riflessa? Perché si ha questa continua esigenza di esserci a tutti i costi, di essere visibili in un mondo che tende invece a renderci invisibili, nascosti dietro ad un monitor a vivere la vita degli altri?
Quante domande direte voi, in fondo che male c’è nel voler ottenere cinque minuti di gloria, nel poter magari conoscere il proprio beniamino! Non c’è niente di male a patto che non si pensi che il mondo dello spettacolo sia la panacea di tutti i mali, che apparire dentro quella scatola sia l’unico modo per dare un senso alla propria vita per poi accorgersi invece quando non ne fai più parte che, in quel mondo si è talmente abituati a fingere per contratto che poi, alla fine si indossa la maschera anche quando non ce ne sarebbe bisogno.
Questo è quello che ho pensato quando ho visto interminabili file di giovani e meno giovani provenienti da tutta la Sicilia, per ottenere una piccola parte nella famosa fiction de “Il Commissario Montalbano”.
Montalbano in questi anni è diventato un vero e proprio mito per i siciliani e soprattutto per quelli della provincia di Ragusa che senza dubbio devono molto a Camilleri e al personaggio creato dalla sua penna ma anche alla bravura del regista Sironi e a quella di Luca Zingaretti e di tutto il cast. Detto questo che in un certo senso spiega la voglia di far parte di questa grande famiglia, c’è anche da dire più in generale che la gente farebbe di tutto pur di scappare dalla monotonia, dalla quotidianità.
Che tristezza accontentarsi di essere delle comparse quando potremmo essere i protagonisti della nostra vita. Senza pensare che esistono tantissimi altri modi per dare un senso alla propria vita anche rimanendo dietro le quinte. Adesso magari questo discorso sembra esagerato, magari quella gente era solo lì per curiosità, nella speranza anche di racimolare qualche euro, o nella peggiore delle ipotesi di farsi un selfie con qualche personaggio famoso.
In realtà questa riflessione nasce dal fatto che negli anni siamo stati abituati a queste file chilometriche di giovani e meno giovani che partecipano ai provini dei numerosi talent show ed è inevitabile porsi delle domande. Perché diciamoci la verità, oggi si preferisce, pur di percorre la strada del successo, prendere la scorciatoia e questo, in generale un po’ in tutti i campi. Molti infatti partono dal presupposto che non è necessario fare fatica quando magari si può arrivare per altre vie prima degli altri. E la cosa più triste in tutto questo non è vedere i ragazzini fare la fila, perché ci sta pure che un giovane sogni di sfondare nel mondo del cinema, ma la cosa veramente triste e’ trovare quelli di una certa età nella speranza di ottenere dalla vita un’altra opportunità. In fondo direte voi che male c’è nel sognare? Niente per carità ma bisogna anche essere pronti a svegliarsi dal sogno e ad accorgersi che la realtà è un’altra cosa.