I visitatori al Castello dei Conti, sabato e domenica scorsa, sono stati così tanti che l’Amministrazione comunale sta già pensando di replicare l’iniziativa, in questo caso assunta dal Fai (Fondo Ambiente italiano) per le tradizionali giornate di primavera, nel corso del mese di aprile e in modo autonomo. Non tutti, però, hanno avuto la stessa reazione nel vedere “svelato” – com’era in effetti già avvenuto qualche anno fa – l’esito del lungo restauro, peraltro non ancora completato, con la compresenza di due ditte che hanno lavorato contemporaneamente per le due diverse parti del progetto.
Lo storico Giuseppe Barone, preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Catania e presidente della Fondazione Grimaldi, oltre a criticare, en passant, la scelta di “chiedere 40 euro come iscrizione al Fai per visitare le parti non ancora aperte al pubblico”, ha fortemente criticato l’operazione di restauro: “Il Castello – ha precisato Barone – non esiste più da due secoli. Al suo posto insiste un edificio ottocentesco destinato all’infanzia abbandonata e di nessun pregio. Questo edificio avrebbe potuto abbattersi senza danno, per consentire una grande campagna di scavo allo scopo di portare alla luce i veri resti dell’antico maniero. La Soprintendenza ha invece realizzato un restauro delle sale interne che grida vendetta: porte azzurre, ceramiche dozzinali da arredobagno, qualche orrido lampadario in falso stile medievale. Uno spreco di cattivo gusto”.
Va detto che le campagne di scavo della Soprintendenza non sono ancora concluse: proprio il prossimo 22 aprile, nel corso degli “Appuntamenti con l’Archeologia” organizzati dalla Soprintendenza e dal Museo Civico, all’Ente Liceo Convitto verranno presentate le nuove scoperte fatte al Castello dei Conti da parte degli archeologi della Soprintendenza Annamaria Sammito, Giuseppe Terranova e Salvina Fiorilla. Gli scavi hanno infatti portato alla luce sepolture e suppellettili, così come molto altro continua a venire alla luce da quelli ancora in corso nell’area alle spalle del Castello, dove peraltro è in fase di studio il processo di stratificazione degli interventi risalenti a diverse epoche che sono stati fatti su quest’area, fino all’ultima costruzione ottocentesca.
[Fonte La Sicilia]