Il 27 marzo arriva l’ora legale. Alle 02.00 di domenica dovremo portare le lancette avanti di un’ora. In termini pratici avremo un’ora in più di luce, ma un’ora di sonno in meno.
Ecco alcune nozioni storiche:
Furono la Germania e l’Impero Austro Ungarico a usare per la prima volta l’ora legale per risparmiare carbone durante la Prima Guerra Mondiale, ed entro la fine del conflitto l’intera Europa, la Russia e gli Stati Uniti ne seguirono l’esempio.
Oggi però, sono solo una settantina le nazioni che ogni anno spostano le lancette, e molte di quelle che hanno sperimentato il sistema in passato, non lo usano più. La Russia, ad esempio, dal 2011 utilizza l’ora legale tutto l’anno.
Nata quindi per garantire un risparmio energetico, oggi sono in molti gli studiosi che si chiedono se ciò è ancora valido. Da una parte infatti, l’illuminazione diventa sempre più efficiente, dall’altra si moltiplicano gli apparecchi elettrici che usiamo indipendentemente dalla quantità di luce che entra dalle finestre.
Sono invece, diversi gli studi che evidenziano un picco di incidenti sia a lavoro che stradali, in seguito al cambio di ora, probabilmente a causa della perdita di sonno. Secondo uno studio del 2014, nelle settimane successive all’applicazione dell’ora legale aumentano gli stress cardiaci e i disturbi del sonno tra i soggetti a rischio, e ciò sarebbe dovuto all’alterazione forzata del ciclo sonno-veglia, simili al fastidioso jet lag dei viaggiatori.
Ma il cambio d’ora è soprattutto un’ora di sole in più nelle nostre giornate, un’ora da trascorrere magari all’aperto, che ci accompagna verso la bella stagione.