Alle 21,10 la Sala Operativa della Questura di Ragusa inviava la volante di Polizia in servizio a Comiso in via Papa Giovanni XXIII per una aggressione. Nella vicina via Duca d’Aosta, gli agenti prendevano contatti con una donna comisana la quale riferiva che poco prima aveva subito il danneggiamento della propria autovettura una Peugeot 106, di colore grigio, da parte, di un’Alfa Romeo 146 alla cui guida si trovava un uomo.
La stessa riferiva che intorno alle ore 21.00, mentre si trovava all’interno della sua abitazione aveva udito un forte rumore proveniente dall’esterno. Uscita dall’abitazione notava un soggetto a bordo di un’Alfa Romeo 146, che inveiva contro un suo vicino di casa; quest’ultimo la informava che il conducente dell’Alfa aveva urtato, danneggiandola, la sua autovettura in sosta e che, al fine di sottrarsi al risarcimento, cercava di allontanarsi dai luoghi. Nel frattempo il padre del ragazzo che aveva tentato di evitare la fuga dell’uomo riferiva che anche lui verso le ore 21.00, sentiva un po’ di trambusto proveniente dall’esterno. Pertanto si affacciava in strada e, con grande stupore, notava un soggetto che aggrediva verbalmente il figlio, profferendo frasi del tipo: “Tu fatti gli affari tuoi, tu non sei la Polizia. La macchina non l’ho ammaccata io”.
Notava anche che quest’ultimo cercava di salire a bordo di un’autovettura, una Alfa Romeo 146 di colore grigio, che si trovava vicino casa con il motore acceso. Immediatamente, pensando che quel soggetto potesse aggredire fisicamente il figlio, chiamava il 113 e contemporaneamente si precipitava in strada. Si rendeva quindi conto che la persona, poi arrestata, si era rivolta in modo aggressivo nei confronti del figlio, solo perché quest’ultimo, con grande dovere civico avendo assistito alla scena del danneggiamento dell’autovettura, lo aveva invitato a fornire i dati alla proprietaria, al fine del risarcimento. Mentre parlava con il figlio capiva che l’uomo era evidentemente ubriaco. Vani sono stati però i tentativi di persuasione, poiché, la persona poi arrestata, prima dell’arrivo della Polizia, saliva a bordo della sua autovettura e si allontanava. Sul posto però lasciava una donna che era in auto con lui.
Mentre tutti i presenti commentavano l’accaduto, dopo un paio di minuti, vedevano l’autovettura Alfa Romeo ritornare nella zona e soprattutto la vedevano giungere a folle velocità, proveniente dalla via Papa Giovanni XXIII, verso la via Duca d’Aosta; il conducente zig-zagando cercava di investire i presenti, i quali, notando le pericolose manovre poste in essere dall’uomo erano costrette a scansarsi saltando nelle direzioni opposte a quelle in cui si dirigeva la 146. L’uomo passava ad altissima velocità e per puro miracolo non ha colpito nessuno dei presenti. Intanto, mentre l’uomo era ancora una volta scomparso con la propria autovettura, sopraggiungeva la pattuglia di Polizia; qualche attimo dopo si vedeva che il rumeno tornava sul posto a piedi. Una volta arrivato ha iniziato a parlare con gli Agenti intervenuti.
Man mano che parlava con i poliziotti iniziava ad innervosirsi sempre di più, soprattutto quando gli agenti lo invitavano a portarsi verso la sua autovettura, al fine di constatare i danni; egli, sorprendendoli, gli si scagliava contro, colpendoli con calci e pugni, diventando una vera furia umana. A seguito di ciò, gli Agenti di Polizia hanno tentato di bloccarlo per ammanettarlo, ma l’uomo continuava a divincolarsi e cadeva a terra assieme ai Poliziotti. A quel punto anche i presenti davano un mano ai due uomini delle forze dell’ordine che riuscivano, con non poca fatica, a bloccare l’uomo.
Nelle concitate fasi anche la donna che si trovava con lui colpiva con calci e pugni gli agenti. Nonostante ammanettato l’uomo continuava a dimenarsi e a scalciare. Per tale ultima ragione veniva richiesto l’ausilio di altro personale sopraggiunto successivamente dal vicino Commissariato di P.S. di Vittoria. Unitamente agli altri agenti di Polizia il rumeno veniva posto all’interno dell’autovettura.
L’arrestato è ben noto alle Forze dell’ordine.
A seguito dell’aggressione gli operatori riportavano diverse escoriazioni ed erano costretti a recarsi al pronto soccorso con prognosi di 6 giorni e giorni 4.
La posizione della donna, la moglie dell’arrestato, è al vaglio degli inquirenti.