Ecco il testo della lettera del vescovo di Ragusa, monsignor Carmelo Cuttitta.
Alcuni giorni or sono, sono rimbalzate all’attenzione di tutti, attraverso i mezzi di comunicazione sociale, le problematiche del comparto agricolo, che coinvolgono una grande fetta della popolazione che vive ed opera in questo territorio. Queste problematiche riguardano tutta la filiera: dalla produzione alla commercializzazione, al trasporto e alla grande distribuzione organizzata.
Tutto ciò genera, senz’altro, una diffusa sofferenza che tocca numerose famiglie coinvolte, alle quali la Chiesa ragusana intende rivolgere solidarietà e vicinanza in questa difficile contingenza, che si prolunga da troppo tempo e che sembra non lasci intravvedere una possibile ed accettabile soluzione.
E’ opportuno, tuttavia, sottolineare che i problemi di questo settore, così come di altri, non possono essere affrontati solo nell’emergenza e in ordine sparso. Le responsabilità dell’oggi sono diffuse e riguardano tutti gli attori, anche quelli che si professano cristiani, coinvolgono scelte imprenditoriali, politiche e culturali.
E’ necessario assumere la consapevolezza di far parte di un sistema ormai globale che detta regole distanti dai territori e dalle sfide locali e, proprio per questo, diventa quasi necessario “stare insieme”, unirsi per capire cosa fare, per reinventare la nostra agricoltura nell’epoca della globalizzazione. Quest’obiettivo è arduo da raggiungersi e richiede coraggio e innovazioni strutturali e culturali non indifferenti.
La Chiesa ragusana si rende disponibile all’ascolto e all’accompagnamento per la ricerca di vie nuove, per un’agricoltura che porti sviluppo nel rispetto della dignità delle persone e del loro lavoro, del Creato e della legalità. E’ necessario avere coraggio, la forza delle idee, la capacità di tentare e di osare vie nuove. Non possiamo che auspicare la possibilità che questa disponibilità trovi un concreto riscontro, soprattutto in scelte politiche ed economiche che conducano verso un nuovo modello di sviluppo.