I militari della stazione carabinieri di Santa Croce Camerina hanno nella notte arrestato un uomo con l’accusa di tentato omicidio pluriaggravato, sequestro di persona aggravato e rapina, tutti reati commessi ieri sera nei confronti dell’ex convivente.
Ieri sera, al comando stazione carabinieri di Santa Croce Camerina, s’è presentata una donna zoppicante e grondante sangue. Il militare che l’ha ricevuta, compresa al volo la gravità dell’accaduto, ha chiamato altri carabinieri e la guardia medica.
Mentre la donna veniva curata – ne avrà per venticinque giorni – i carabinieri hanno acquisito quelle poche ma essenziali notizie per iniziare le indagini.
La vittima conosceva l’aggressore, i due sono stati conviventi e hanno due figli. Lui, nascosto tra le serre, ha aspettato che lei rincasasse e poi l’ha aggredita alle spalle tappandole la bocca e ponendole il coltello sul collo. Dopodiché tirandola per i capelli l’ha trascinata all’interno di un casolare abbandonato dove l’ha ripetutamente colpita a calci e pugni. Quindi le ha mollato due fendenti con un grosso coltello da cucina. Il primo, andato a segno, alla coscia destra. Il secondo, diretto all’addome, sarebbe stato sicuramente letale ma la donna, spinta dalla disperazione e dall’istinto di sopravvivenza è riuscita a frapporre la mano destra e intercettare la lama, rimanendo però gravemente ferita al palmo della mano.
A quel punto, strattonandola, l’uomo ha buttato la donna in terra dove ha sbattuto la nuca ed è rimasta incosciente. Convinto di averla uccisa, si è fumato una sigaretta e ha chiamato il cognato (marito di sua sorella) comunicando di averla uccisa: il cognato e la sorella si sono precipitati sul posto a vedere. La donna, che nel frattempo s’era ridestata ma che fingeva di essere morta per evitare di essere ammazzata per davvero, a questo punto ha aperto gli occhi e ha chiesto aiuto ai parenti. L’uomo alla vista di ciò è fuggito a gambe levate gettando il coltello in un canneto. La vittima è rimasta nel casolare segregata per quasi due ore.
Ricostruita così la vicenda, i carabinieri si sono messi alla ricerca del criminale e l’hanno rintracciato presso la sorella, ammanettato e arrestato. Nella tasca della giacca dell’uomo i militari hanno trovato il telefonino della vittima. Quindi hanno portato l’arrestato in campagna e hanno cercato il coltello, riuscendo a trovarlo non lontano dalla catapecchia abbandonata. Questa è stata ispezionata dai carabinieri che vi hanno trovato copiose quantità di sangue.
Nel frattempo la donna è stata portata in sala operatoria al “Guzzardi” di Vittoria ove i chirurghi le hanno ricucito tutte le lesioni tendinee al palmo della mano e la ferita alla coscia. Alla fine del lungo e laborioso intervento è stata ricoverata a ortopedia.
L’uomo, nullafacente incensurato di anni 41, è stato dichiarato in arresto con l’accusa di tentato omicidio pluriaggravato, sequestro di persona aggravato, rapina e porto di oggetti atti ad offendere. Informato il pubblico ministero, dott.ssa Monica Monego, della Procura della Repubblica di Ragusa è stato accompagnato al carcere di contrada pendente.
Grazie a un po’ di fortuna e alla scaltrezza della vittima, oggi si è evitato un altro femminicidio e grazie al tempestivo intervento e le fulminee indagini dei carabinieri un altro aspirante femminicida è dietro le sbarre.