Un giorno in più.
E ciò che ci regala il 2016, grazie all‘anno bisestile.
Anno introdotto, come molti sapranno, già nel 46 a.C. da Giulio Cesare che, seguendo le indicazioni dell’astronomo alessandrino Sosigene, introdusse il calendario giuliano, con l’anno composto da 365 giorni e, ogni quattro anni, un anno di 366 giorni. Questo per riuscire a recuperare le ore di scarto rispetto all’anno solare, che dura in realtà, 365 giorni e 6 ore circa.
Ma un anno con un giorno in più è comunque un’anomalia, per questo tante credenze e proverbi sono nati attorno a questa data.
A tutti è capitato di pronunciare il proverbio “Anno bisesto, anno funesto”. Una cattiva reputazione derivata dall’antico calendario romano, secondo cui il mese di febbraio era il mese dei morti, il Mensis Feralis, dedicato a riti per i defunti e a cerimonie di purificazione.
Secondo un’antica leggenda irlandese invece, il 29 febbraio è l’unico giorno in cui una donna avrebbe la possibilità di chiedere in sposo l’uomo dei propri sogni. Se la proposta viene rifiutata, l’uomo è tenuto a comprare alla donna 12 paia di guanti, in modo che possa nascondere il disagio di non aver ricevuto un anello di fidanzamento. Diverso, invece, è il caso del matrimonio celebrato il 29 febbraio: in molti Paesi è considerato ancora oggi di cattivo auspicio, e pochissimi la fissano come data delle nozze.
Un anno speciale comunque, che in inglese è definito “leap year”, ovvero anno del salto. Infatti, negli anni ‘normali’, ogni data cade il giorno della settimana successivo rispetto a quello dell’anno precedente. Nell’anno bisestile, invece, si salta (da qui leap) di un giorno.
Di certo l’anno bisestile è un anno speciale per i nati in questo giorno, vista la rarità dell’evento. Pare infatti che la probabilità di nascere il 29 febbraio è di una su 1.461.
Per questo esistono anche dei club che chiamano a raccolta queste persone, ogni 4 anni. Il ‘Club mundial de los bisiestos’ ad esempio, si dà appuntamento nella città basca di San Sebastian, per una grande festa. Negli Usa, c’è invece il ‘The Honor society of Leap Year Day Babies’, un club virtuale, che mette in contatto le storie di 10mila persone, tra coloro che non sono contenti di poter festeggiare il proprio compleanno solo ogni quattro anni e chi invece, è fiero della propria unicità.
Poichè il 29 febbraio comunque è un giorno in più sul calendario, sui social impazza la condivisione di storie e pensieri sotto l’ashtag #24more: un’occasione per riflettere sull’importanza di avere a disposizione più tempo da dedicare magari a ciò che ci appassiona davvero, a ciò che ci fa stare bene, ai nostri desideri. Ma il 29 febbraio è anche #ungiornoinpiù, la giornata contro la violenza di genere, dedicata al confronto e all’ascolto.
Una data quindi, ricca di credenze, leggende, riflessioni, ma ciò che più conta è che possiamo goderci questo 366° giorno riservandolo a ciò che amiamo di più.