“Come definireste un fiore?” chiede la maestra Margherita Aurora.
“Petaloso” scrive Matteo, alunno della 3° C delle scuole elementari di Copparo (Ferrara).
“Petaloso”, oggi non si parla d’altro.
Un termine delicato e dolce, che solo l’incontenibile fantasia di un bambino poteva creare.
E la maestra, attenta e scrupolosa, l’ha inviato all’Accademia della Crusca per una valutazione. E la risposta dell’Accademia non si è fatta attendere:
“La parola che hai inventato è ben formata e potrebbe essere usata in italiano così come sono usate parole formate nello stesso modo (ed. peloso). La tua parola è bella e chiara. Perché entri in un vocabolario, bisogna che la usino tante persone e tante persone la capiscano. Se riuscirai a diffondere la tua parola tra tante persone e tante persone in Italia cominceranno a dire “Come è petaloso questo fiore”, ecco allora petaloso sarà diventata una parola dell’italiano“.
E le persone in Italia non si sono tirate indietro. In pochissime ore il termine ‘petaloso’ ha riempito le nostre bacheche di Facebook, è diventato un trending topic su Twitter e sono nati diversi hashtag, come #grandematteo o #bravomatteo.
I complimenti al piccolo Matteo sono arrivati da tante persone, che hanno rilanciato il tweet, come il presidente del Consiglio Matteo Renzi, il fumettista Marco Dambrosio, in arte Makkox, perfino la Lego ha creato il “suo petaloso”. E ovviamente non poteva mancare l’ironia del web, dal finto Gianni Cuperlo che ha proposto Dalemoso e Alfanoso, ai The Jackal e alla Ceres.
Ecco qualche immagine: