La notizia si è sparsa in pochi minuti. Il cordoglio è unanime per la scomparsa dell’ambasciatore del cioccolato modicano nel mondo.
Tra i primi a esprimere il cordoglio, il direttore dei Video Regione, il collega Salvatore Cannata:
“Stamattina Modica si risveglia un po’ più povera. Ci ha lasciato un uomo a cui questa città deve tanto. E se poi parliamo del prodotto che più la connota nel Mondo, il CIOCCOLATO, a quest’uomo, a FRANCO RUTA, Modica deve TUTTO! Franco Ruta ha reso celebre il cioccolato modicano e con esso, ha fatto grande la nostra città. Uno straordinario ambasciatore, unico e inimitabile. Stamattina però, ha deciso di andare a farlo gustare in un’altra dimensione…
Addio FRANCO e dalla nostra città, Le arrivi un GRAZIE ENORME dal più profondo del CUORE”.
Il ricordo Eugenio Guarducci, Presidente di Eurochocolate
“Nel 1996 sbucò per la prima volta sul sipario del Teatro Pavone di Perugia con il suo immancabile sigaro (spento) ed iniziò a parlarci di Cioccolato di Modica. Ad ascoltarlo incantati gli ospiti di Eurochocolate ed io stesso che, per la prima volta, conobbi Franco Ruta dell’Antica Dolceria Bonajuto. Da quel momento capii l’amore che questo uomo riponeva non tanto verso la sua azienda ma soprattutto nei confronti di una tradizione che rischiava, nella sua Modica, di scomparire. È stato lui infatti il vero motore di sviluppo e conoscenza di questa particolare produzione di cioccolata con pasta amara e zucchero di canna. È stato lui così a farmi innamorare di Modica invitandomi a conoscere il suo laboratorio e le sue mura barocche. Tutti coloro che poi hanno seguito i suoi sforzi, a partire da suo figlio Pierpaolo fino ad arrivare alla decina di aziende che a Modica si sono poi ispirate al suo lavoro, sanno bene quanta fatica e dedizione ha saputo mettere in campo. Un uomo con un carattere magari un po’ difficile, apparentemente burbero. Un uomo di pasta amara ma con una grande dose di dolcezza e umanità e soprattutto cultura che ancora l’altro giorno potevo facilmente misurare guardando l’elegante disordine della sua scrivania dove si affollano decine di libri, riviste, etc. Ecco Franco era 50% di pasta amara e 50% zucchero di canna come le sue tavolette. Un grande equilibrio di saggezza ed innovazione. Lo ricorderò per i suoi benevoli rimproveri che non mi faceva mai mancare quando tentavo goffamente di parlare in siciliano. “Franco e mo’ c’ammaffare?” Di sicuro oggi piangere la tua scomparsa. Domani valorizzare con convinzione il tuo grande esempio”.
Anche Giovanni Caccamo lo ha salutato con un affettuoso post sulla propria pagina facebook:
“Il mio sguardo ed una lacrima verso il cielo. Il mio pensiero di oggi va ad un amico, ad una colonna della cultura e dell’impresa siciliana che oggi ha iniziato un nuovo viaggio lasciando questa terra: Franco Ruta.
È stato per me mèntore e riferimento a sostegno della mia arte e del mio talento.
Grazie Franco! Grazie Antica Dolceria Bonajuto!
G.”
Il post della collega Concetta Bonini
“Talvolta cadiamo nell’errore di pensarli immortali, i nostri Maestri. e forse anche in quest’illusione apparente un fondo di verità c’è… Franco, amico mio, Maestro, anche se la tristezza di stamattina non è dicibile, anche se adesso niente sarà più lo stesso… non c’è una sola delle parole che ci siamo scambiati su quella panchina, non una delle cose che mi hai insegnato a pensare e dei segreti che mi hai regalato, non una delle cose che abbiamo inventato insieme e delle mille che restano ancora da fare – e che faremo – che non sia destinata a restare in me viva e feconda”.