La Polizia di Stato ha arrestato l’autore degli incendi al mercato ortofrutticolo di Comiso. Secondo gli inquirenti, ha usato il proprio camion come cavallo di Troia, parcheggiandolo all’interno del mercato nascondendosi all’interno, per poi agire in tempo di notte.
L’uomo probabilmente ha agito per eliminare la concorrenza in quanto fortemente indebitato e titolare anch’egli di un box al mercato. Ha incendiato due Tir del valore di circa 100.000 euro del proprietario del box accanto al suo ma è stato ripreso dalle telecamere.
Ecco la nota della Polizia
La Polizia di Stato – Squadra Mobile e Commissariato di Comiso – su disposizione della Procura della Repubblica di Ragusa, ieri ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare traendo in arresto uno sciclitano di 51 anni, residente a Vittoria per il reato di incendio doloso, aggravato dal fatto di aver agito per motivi abietti e futili ed aver profittato di circostanze di tempo e luogo tali da ostacolare la privata difesa ed ancora per aver cagionato un danno di rilevante entità.
I FATTI
La notte tra il 29 e 30 dicembre 2015, la Volante della Polizia di Stato in servizio al Commissariato di Comiso interveniva in quanto era stato segnalato un incendio di vaste dimensioni presso il mercato ortofrutticolo comunale.
Giunti sul posto gli agenti chiedevano l’ausilio della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica in quanto si trattava di un incendio doloso che aveva coinvolto due Tir. Uno dei mezzi era andato distrutto mentre l’altro era stato salvato dal provvidenziale intervento dei Vigili del Fuoco.
L’intervento della Polizia Scientifica non poteva che limitarsi a fotografare i mezzi distrutti e rinvenire un bidone di benzina con residuo di liquido infiammabile.
LE INDAGINI
Gli uomini della Polizia di Stato appartenenti alla Squadra Mobile ed al Commissariato di Comiso hanno nottetempo avviato le indagini raccogliendo la denuncia del proprietario dei Tir e di tutti i soggetti che operano al mercato interessati dall’evento delittuoso.
Un team di investigatori si è concentrato sulle telecamere di videosorveglianza installate all’interno del mercato ortofrutticolo e di altre che portano al mercato, luogo del delitto.
Un altro gruppo di poliziotti ha escusso tutte le persone informate sui fatti e dalle prime notizie raccolte venivano avviate indagini tecniche, mediante intercettazioni telefoniche che hanno sin da subito messo in evidenza la forte preoccupazione dei familiari di Avola per quanto accaduto.
Dopo un attento esame delle immagini, è stato possibile raccogliere elementi a carico dell’arrestato in quanto proprio dal camion (stranamente lasciato li quella notte), scendeva un individuo a lui somigliante, con un bidone in mano che dapprima incendia un veicolo e poi si reca presso un altro veicolo per dar fuoco anche questo.
Le indagini tecniche permettevano, grazie allo studio dei tabulati telefonici, dei contatti anomali in tempo di notte e proprio dopo che era stato commesso il reato.
L’autore ha agito in modo premeditato, in quanto si è nascosto all’interno del suo camion appositamente lasciato li quella sera dopo la chiusura, cosa mai fatta, si è coricato dentro al camion ed in tempo di notte è andato ad incendiare prima un camion e poi l’altro entrambi del concorrente. Stava per rimanere ustionato in quanto una grande fiammata lo ha investito mentre eseguiva il reato ma non ha riportato danni.
Le indagini hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’uomo, tanto che l’operato della Polizia di Stato è stato subito valutato positivamente dalla Procura della Repubblica di Ragusa che ha richiesto ed ottenuto una misura cautelare restrittiva della libertà personale per l’autore del grave fatto reato, commesso per altro per motivi abietti e futili ovvero per eliminare la concorrenza con la quale per altro aveva migliaia di euro di debiti.
LA CATTURA
Ieri gli uomini della Squadra Mobile e del Commissariato di Comiso sono andati a prendere il 51enne presso la sua abitazione ed il soggetto si è arreso subito, asserendo per altro di non aver fatto nulla, nonostante nell’ordinanza di custodia ha potuto leggere tutti i numerosi elementi a suo carico raccolti dalla Polizia di Stato.