Il feretro è stato caricato sull’autoscala, accanto i suoi colleghi Vigili del fuoco. Gli stessi che, in fila, hanno aperto il corteo. Dietro i familiari, la moglie, i figli Giovanni, Melania, Alessia. A loro si è rivolto il pastore Di Francia che ha tenuto un discorso carico di fede e di speranza. “Le parole vengono a mancare, non abbiamo parole. E allora come credenti vogliamo fare affidamento sulla Parola di Dio”. Una preghiera e un ricordo per l’anziana mamma di Giorgio Saillant, per la sorella, per i colleghi e tutti i familiari e gli amici.
E’ stato il pastore Di Francia ad accogliere il feretro nella chiesa della congregazione pentecostale, in via Alessandria. Nel tempio due Vigili del fuoco hanno il picchetto d’onore. Accanto a loro anche il comandante provinciale, Aldo Comella.
Anche il pastore Daniele Recca ha voluto dare una parola di conforto e di speranza. Ha parlato della fedeltà umana e di quella di Dio, l’unica che non viene mai meno. Poi ha citato Anna Frank ricordando l’Olocausto. Nel diario Anna scrisse: “Non penso a tutta la miseria, ma alla bellezza che rimane ancora. Sì, nonostante il dolore, noi vogliamo uscire da qui non come perdenti, ma come vincitori in Gesù Cristo”.
Un lungo applauso ha accompagnato l’uscita della bara dalla chiesa.
E intanto, questa mattina, si è tenuta l’udienza di convalida del fermo disposto lunedì sera dal Pm Monica Monego al termine dell’interrogatorio di Filippo Assenza.
L’uomo, difeso dagli avvocato Daniele Scrofani ed Enrico Cutrone, è comparso davanti al Gip Andrea Reale.
L’uomo ha ribadito quanto detto nell’interrogatorio dinanzi al Pm. Già lunedì sera aveva ripetuto: “Non volevo ucciderlo. Ho esploso un solo colpo per intimidirlo e pensavo di non averlo preso”. E sul perchè di quel gesto avrebbe detto: “E’ stata come una miccia, non ne potevo più”.
Una miccia accesa dalla gelosia, ma Assenza ripete che non voleva uccidere, voleva mettergli paura, per convincerlo a lasciare in pace sua moglie. Ma la Procura gli contesta anche la premeditazione.