Dopo la proiezione – raddoppiata per accontentare il numeroso pubblico che non è riuscito a trovare spazio nella sala gremita – i due registi iblei hanno raccontato la genesi del loro lavoro, prodotto da Extempora con il sostegno della Sicilia Filmcommission – Regione Siciliana, Assessorato Turismo Sport e Spettacolo, Ufficio Speciale per il Cinema e l’Audiovisivo.
“È stato un viaggio emozionante – ha spiegato Mirabella, che da anni studia e fotografa la vita degli itineranti siciliani – “abbiamo voluto tuffarci nelle loro vita, scandita quotidianamente da norme non scritte, da credenze e tradizioni: un misto di codice morale e d’onore, di saggezza e autorità, di ragionevolezza e imposizione che solo chi è Caminante deve sapere e manifestare all’interno del gruppo. Un sistema difficile da penetrare, avvolto da decenni in un alone di mistero, protetto di fronte ai gadjié, agli estranei. La meta del nostro viaggio è il recupero di una memoria collettiva, che fa pienamente parte del patrimonio culturale siciliano. Anche se per decenni sono stati trattati con diffidenza, se non con disprezzo, i Caminanti sono intatti gente di Sicilia“.
Parole ribadite da Giuseppe Tumino, documentarista e antropologo per passione, che nella ricerca del “segreto” ha seguito Mirabella passo dopo passo: “Rompere la diffidenza degli itineranti non è stato facile, ma a poco a poco ci siamo riusciti: il muro è crollato, le distanze si sono azzerate, siamo entrati “dentro” e tra noi e loro si è creata una fortissima empatia. In questo senso, il documentario è stato “partecipato”: non abbiamo soltanto osservato, abbiamo “vissuto” la comunità, con tutti i nostri sensi, adottando il loro punto di vista. Siamo andati fino in fondo, ascoltando racconti e silenzi, detto e non detto“.
Nell’immersione il segreto è stato toccato, sfiorato, ma non svelato, rispettando la riservatezza inviolabile del Caminantismo, la stessa che ha permesso ai girovaghi siciliani di preservare la loro esperienza e la loro lingua (il “baccàgghiu”) tramandate oralmente per generazioni. E di fare gruppo, comunità, come un’unica, ideale, grande famiglia capace di resistere a qualsiasi tentativo esterno di esclusione sociale, e di sopravvivere fieramente nella miseria, con gli antichi e umili mestieri di strada (stagnari, arrotini, venditori ambulanti).
Il prossimo passo de “Il segreto dei Caminanti” sarà tornare alle origini, al punto di partenza, nei luoghi visitati da Mirabella e Tumino: far girare il loro lavoro nelle province di Siracusa, Caltanissetta, Catania, Palermo, Enna e Agrigento, dove oggi si concentra maggiormente la vita dei “viaggianti” siciliani, e dove più forte può essere l’idiosincrasia tra nomadi e sedentari. A ricordarlo è stato Vincenzo Cascone, produttore e autore del montaggio, che ieri, insieme all’autore delle musiche originali Vincent Migliorisi, ha affiancato i registi nell’incontro col pubblico: “Uno degli obiettivi del documentario è rompere i pregiudizi con cui da decenni vengono osservati, a distanza, i Caminanti. Pregiudizi nati dalla diffidenza verso “l’altro”, come spesso accade di fronte a ogli minoranza, sia essa etnica, linguistica o religiosa“.