Se n’è andato via un pezzo di storia modicana.
Nel primo pomeriggio di oggi è morto Michele Nicastro, 89 anni, il cui cognome è sinonimo di ristorazione. Titolare dell’omonima Taverna, dal 1948 ha fatto mangiare e bere generazioni di modicani e non. Aveva ricevuto, ancora giovanissimo, questo regalo dal padre che voleva per lui un futuro migliore nei duri anni del dopoguerra. Un regalo che non mancava mai di ricordare, come i sacrifici fatti insieme all’inseparabile Concetta che aveva sposato nel 1951 condividendo con lei gioie e dolori per oltre 60 anni.
Di lei ci confidò qualche anno fa quando andammo a trovarlo per Freetime “Non esiste una cosa di quello che cucina mia moglie che non mi piace e anche se esiste quando voglio quella cosa me la cucino io”.
Michele Nicastro non aveva viaggiato molto ma era stato il mondo a rendergli visita. Dall’ex presidente Cuffaro ai vescovi Nicolosi e Staglianò passando per l’onorevole Avola. Il potere politico ed ecclesiastico, insieme ad attori e sportivi, ha reso sempre omaggio alla sua cucina.
All’ambiente familiare che si respira all’interno della sua Taverna, oggi come negli anni 50 nonostante siano cambiati i tempi e i clienti. I suoi tre figli, Giovanni, Salvatore e Nino hanno mosso i primi passi tra i tavoli anche se solo Salvatore ha continuato la tradizione mentre i primi due hanno intrapreso negli anni strade diverse.
Oltre al nome “Nicastro”, il signor Michele lascia un esempio di grande umanità, di modestia e discrezione che sono stati negli anni la forza sua e quella della sua “creatura”. Fino all’ultimo non ha rinunciato alla consueta passeggiata mattutina per le vie della “sua” Modica Alta, della quale conosceva ogni angolo e segreto.
Alla famiglia Nicastro vanno le condoglianze di tutto il gruppo editoriale “Press H24”.