Le file alle casse per l’ingresso al Castello di Donnafugata. I visitatori entusiasti. Un vero successo per l’iniziativa che apre la strada al Museo del Costume.
La mostra “Ottocento. Moda: estetica, vanità e mutamento” è il primo allestimento tematico ad esporre al Castello di Donnafugata di Ragusa alcuni pregevoli abiti d’epoca della collezione “Gabriele Arezzo di Trifiletti”. L’esposizione, articolata all’interno del piano nobile dell’antico maniero, propone due percorsi complementari.
Il primo è costituito da una serie di pezzi protetti da teche di vetro che, illustrando l’evoluzione della moda nel XIX secolo, presenta abiti in stile “Impero”, uniformi militari, livree e abiti da grande soirèe del periodo romantico, fino a giungere a capi esemplificativi della moda di fine Ottocento.
Il secondo percorso, invece, che occupa anch’esso alcune stanze del Castello, mira a ricostruire filologicamente ambienti e contesti “quotidiani” così da mostrare tendenze e stili che furono di uso comune presso la ricca residenza nobiliare attraverso una serie di abiti la cui datazione ricopre un arco temporale che va dal 1850 al 1890.
La mostra, allestita dall’architetto Giuseppe Nuccio Iacono con il contributo di Giancarlo Tribuni Silvestri, Stefano Vaccaro, Antonio Sortino Trono, Giuseppe Cosentini, Simona Occhipinti e della restauratrice Tiziana Iozzia, è stata inaugurata giorno 19 dicembre e avrà termine il 31 maggio 2016.
Proprio grazie ai pregevoli scatti concessi da Simona Occhipinti, vi offriamo un tour della mostra. Una sorta di assaggio, perchè l’esposizione va assolutamente ‘gustata’ di presenza, concedendosi qualche ora per un piacevole ritorno al passato.
Numerosi sono i riferimenti alla storia e alla letteratura che costellano l’intera mostra a cominciare dal titolo della stessa che trae origine da una frase del noto antropologo italiano Paolo Mantegazza (1831-1910) amico di Gaetan Combes de Lestrade XII barone di Donnafugata: “La moda è una vera insalata psicologica, perché per farla, invece del sale, dell’olio e dell’aceto, occorre estetica, vanità e mutamento”. Degni di nota sono inoltre alcuni capi appartenuti a figure di spicco della cultura siciliana quanto quella internazionale. Oltre agli abiti dei “Gattopardi”, nei quali figura a pieno titolo quello di Corrado Arezzo (1824-1895) barone di Donnafugata, è presente un frac da mattina appartenuto al prodigio del melodramma ottocentesco Vincenzo Bellini (1801-1835), un abito il cui proprietario fu il patriota risorgimentale Michele Amari (1803-1877), un imponente vestito appartenuto alla contessa Concepciòn de Miramòn moglie del generale Miguel Miramòn (Presidente del Messico dal 1859 al 1860) e l’abito che ispirò il costumista Piero Tosi per la realizzazione della veste di Angelica nella nota scena del gran ballo nel film “Il Gattopardo” (1963) diretto da Luchino Visconti.