Dopo le dimissioni della sovrintendente della Fondazione nominata dal sindaco nell’estate del 2013, Simona Celi, senza colpo ferire e senza nemmeno perder troppo tempo ad approfondire le “provocatorie” motivazioni di quell’atto, Ignazio Abbate ha subito riorganizzato un nuovo corso. Convocato il consiglio d’amministrazione, di cui fanno parte anche due rappresentanti dei soci privati della Fondazione, i nomi sono stati rapidamente individuati in una terna tutta nuova: Tonino Cannata sarà il nuovo sovrintendente, Carlo Cartier il nuovo direttore artistico e Alessandro Romano lo supporterà nel rapporto con le compagnie locali, le scuole, e i giovani.
“Le nomine del consiglio d’amministrazione della Fondazione – ha commentato il sindaco Ignazio Abbate – sono in perfetta coerenza con i progetti che abbiamo delineato e dei quali si faranno carico queste buone risorse artistiche locali che avranno tempo, voglia e passione per dedicarsi sia alla stagione teatrale, sia al rilancio delle attività artistiche connesse alla vita stessa del Teatro e soprattutto ad una gestione amministrativa più serena e adeguata ad accettare le sfide che abbiamo davanti. Intendiamo continuare a tenere alta l’offerta culturale della Fondazione per la quale intendo ringraziare sia il direttore artistico uscente, l’attore Andrea Giordana, con il quale ho avuto un dialogo telefonico, che la ex sovrintendente Simona Celi per l’attività svolta in favore della stessa Fondazione, del Teatro e della città tutta.”
Come si ricorderà, Simona Celi aveva dichiarato di intendere le proprie dimissioni come una provocazione, facendo notare la “scarsa lungimiranza e la scarsa attenzione alle politiche culturali” da parte di Abbate, di cui è stata fino al mese scorso pure consulente. Altro nodo posto dalla Celi erano gli oltre 40 mila euro di debiti che il Comune deve ancora saldare con la Fondazione e che ora ricade sul nuovo organigramma, se non altro in termini di liquidità già per la prossima stagione: “Il problema – aveva detto il sindaco – è che si deve far in modo che ogni anno sia assicurata la piena copertura delle spese e che la Fondazione sia quanto più possibile autonoma dal Comune nel farlo. Più in generale, la riorganizzazione che abbiamo in mente va nella direzione di far sì che il Teatro possa realizzare dei ricavi e non solo generare spese”.
[Fonte La Sicilia]