La Polizia di Stato – Squadra Mobile e Commissariato di Comiso – ha eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di tre persone, due comisani e un tunisino, con precedenti. Sono accusati di una serie di estorsioni.
La Procura della Repubblica di Ragusa, dopo aver ricevuto gli atti dell’indagine dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania e valutato attentamente le risultanze investigative della Squadra Mobile di Ragusa, ha richiesto ed ottenuto l’odierna misura di custodia cautelare in carcere a carico dei tre.
La Polizia di Stato, dopo aver smantellato un’articolata associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti nel territorio di Comiso, grazie all’operazione “Agnellino” del 2014, ha subito avviato indagini per verificare l’esistenza di un successore alla guida dell’associazione criminale “stiddara”.
Sin dai primi momenti, i sospetti ricadevano su uno degli arrestati di oggi che, scarcerato nel 2013, sembrava aver ripreso subito le redini del sodalizio criminoso.
Le attività d’indagine nate a seguito di alcune richieste estorsive ai danni di un impresa di onoranze funebri fornivo immediati riscontri a carico degli odierni arrestati.
In particolar modo, i tre indagati hanno agito insieme o disgiuntamente, ai danni di più vittime comisane, chiedendo ingenti o piccole somme di denaro.
Usando violenza pestando a sangue le vittime o minacciandole di morte, ottenevano ciò che volevano come la consegna di oggetti ovvero benefici economici.
Sono arrivati anche a fingersi padroni di casa di un immobile per richiedere denaro a loro non dovuto.
In particolar modo il tunisino insieme a uno dei due comisani ha minacciato di morte un inquilino di un appartamento di Comiso che se non avesse consegnato il denaro richiesto lo avrebbero ammazzato. Addirittura hanno consigliato alla vittima di chiamare la Polizia tanto loro non avevano alcuna paura dei poliziotti. Salvo poi ieri sera essere stati da loro catturati e mandati in carcere.
Lo stesso comisano, in un’altra occasione, dopo aver avuto un incidente stradale, taglieggiava la controparte fino a chiedere migliaia di euro per diversi motivi, sempre usando violenza e minacciando la vittima.
L’altro comisano, fingendo di essere l’intermediario di un debito mai contratto da una vittima comisana, lo minacciava di morte se questi non gli avesse dato 5.000 euro immediatamente.
Per fare preoccupare la vittima e costringerla a pagare, asseriva che gli avrebbe distrutto il negozio e la casa utilizzando una pala meccanica.
Lo stesso, con minacce di ogni tipo ed un pestaggio a sangue della vittima, riusciva a farsi dare la disponibilità di un immobile per il quale non ha pagato e quando il proprietario ha chiesto un canone di locazione lo ha picchiato.
In ultimo, l’episodio che apparentemente sembra il meno grave (forse così è rispetto all’ammontare della cifra estorta), rispecchia nel modo più emblematico il modus operandi e vivendi di uno del terzetto.
L’indagato si recava sistematicamente presso una panineria di Comiso dove consumava cibi e bevande insieme al gruppo dei suoi amici o alla donna che lo accompagnava non pagando mai.
Al momento di pagare si avvicinava alla cassa e faceva sapere al proprietario che essendo insieme ad una donna non voleva sfigurare e che poi avrebbe saldato, cosa che sistematicamente non faceva.
Dopo innumerevoli volte, il proprietario decideva di chiedere di pagare quanto consumato e l’odierno arrestato rispondeva che forse non aveva ben capito chi fosse lui, per poi passare alle minacce “ora te lo faccio vedere chi sono io” e contestualmente tirava fuori un coltello.
Ora, per i tre, si sono riaperte le porte del carcere.