Smartphone alla mano e aggiornamenti in tempo reale sui social network per l’evento religioso più atteso del weekend ragusano appena trascorso.
Sabato pomeriggio Monsignor Carmelo Cuttitta è diventato il nuovo Vescovo della Diocesi di Ragusa e l’importanza dell’avvenimento ha generato una condivisione social di messaggi e foto al pari di un qualsiasi evento mondano da condividere con i propri amici di Facebook.
Che, nel Terzo Millennio, l’avvento dei social network abbia influenzato in maniera sostanziale il nostro modo di socializzare e condividere la nostra vita è cosa nota. Il bisogno di fotografare ciò che avviene attorno a noi e renderlo all’istante pubblico trova poi pieno compimento grazie alle tecnologie sempre più all’avanguardia e accessibili a tutti. Fino al manifestarsi, nei casi più eclatanti, del fenomeno dell’oversharing, l’eccessiva condivisione di ogni dettaglio della propria vita.
Ma come comportarsi quando tale bisogno si manifesta all’interno di un luogo sacro? L’eccezionalità dell’evento giustifica l’uso del cellullare durante il rito religioso? Scevri dalla riflessione gli addetti alla stampa, il cui lavoro era proprio quello di documentare l’evento, i fedeli accorsi alla cerimonia avrebbero dovuto tenere presente che partecipare ad una celebrazione eucaristica richiede un atteggiamento raccolto e un comportamento consono alla situazione.
La questione non è poi tanto diversa dal dibattito della scorsa settimana sul presentarsi in maglioncino del Sindaco Piccitto alla Santa Messa in saluto al Vescovo uscente Monsignor Paolo Urso. C’è chi, al pari degli esperti di moda Enzo Miccio e Carla Gozzi, ha esordito nei confronti del Sindaco con la famosa esclamazione “Ma come ti vesti?!”, seguita da profonde riflessioni ontologiche su come il Primo Cittadino debba presentarsi vestito in certe circostanze.
E dunque, se di decoro ci piace tanto parlare, la prossima volta ricordiamoci tutti di spegnere il cellulare prima di entrare in chiesa e accostiamoci alla cerimonia con lo spirito giusto. A documentare il momento ci penseranno i giornalisti.