Loris aveva usato in passato le fascette, ma solo per attaccare i peluche alla culla del fratellino

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Le fascette usate per giocare
Davide Stival e la moglie Veronica Panarello poche ore dopo il ritrovamento del corpo di Loris al canalone

In qualche occasione Loris aveva giocato con le fascette. Le aveva utilizzate da solo per attaccare dei peluche alla culla del fratellino. Due settimane prima di quel drammatico 29 novembre, il bambino aveva visto il papà mentre fissava i coperchi alle ruote dell’auto Veronica. 

Lo ha detto il papa Davide Stival, sentito come persone informata sui fatti, da Polizia e Carabinieri. Ha risposto alle domande degli inquirenti nel pomeriggio di lunedì.

Alla domanda se il bambino le avesse mai utilizzate per altri scopi, il papà ha risposto: “No, non ha mai utilizzato le fascette per scopi diversi da quelli descritti”.  

Davide ha ricostruito quanto accaduto qualche giorno dopo la morte del piccolo, quando in casa erano venute alcune maestre per le condoglianze. Lo stesso Davide ricorda di essersi alzato per prenderle e che la moglie lo sollecitava a cercarle. 

Le fascette, però, non erano al “solito posto”. “Le fascette non erano a vista, in quanto, dopo essere state tolte dalla mensola su cui erano solitamente riposte, le ho rinvenute dietro ad altri oggetti” – ha detto Davide agli inquirenti.

Il Gip, Andrea Reale, nella tarda mattinata di ieri ha concesso un rinvio dell’udienza per esaminare la richiesta di rinvio a giudizio per Veronica Panarello, accusata dell’omicidio del figlio e dell’occultamento del cadavere. La richiesta era stata avanzata dall’avvocato di Veronica, Francesco Villardita, per prendere visione di nuova documentazione depositata dalla Procura poche ore prima dell’udienza di ieri. 

Si tratta di cinque perizie suppletive. Si tratta di perizie tecniche sulle registrazioni e sulle immagini, ma c’è anche la perizia medica di Giovanni Bartoloni e Giuseppe Iuvara, consulenti tecnici. 

Rispondendo a una serie di quesiti formulati dalla Procura, hanno chiarito che i segni sui polsi del bambino sono solo sulla superficie esterna. Secondo la relazione dei due medici, i polsi del bambino sarebbero stati serrati dopo, ossia quando il bambino era già in uno stato di “grave compromissione di coscienza, ovvero a funzioni vitali irrimediabilmente compromesse”. 

Una conferma che escluderebbe, quindi, la possibilità che il bambino possa essersi serrato i polsi da solo.