La protesta suona come quella delle mogli trascurate, che dopo aver fallito ogni tentativo di attirare l’attenzione, dal trucco smagliante all’acconciatura nuova, ricorrono all’estremo rimedio e smettono di cucinare.
Così il sovrintendente della Fondazione Teatro Garibaldi Simona Celi ha deciso di smettere di lavorare, mandando all’indirizzo del sindaco di Modica Ignazio Abbate una lettera di dimissioni “che non vuole essere – precisa lei – una rottura, piuttosto una provocazione”. Un modo, appunto, per battere i piedi su quello che la Celi considera un vero e proprio difetto di lungimiranza nella programmazione culturale, nonché una sostanziale indifferenza rispetto alle sorti della Fondazione.
“Che per inciso – ricorda la Sovrintendente – aspetta dal Comune circa 40 mila euro, già stanziati in bilancio ma mai erogati, che mancando alle nostre casse strozzano ogni nostra possibilità di azione”. La Fondazione infatti, pur mantenendosi grazie a un sostanziale apporto dei soci privati e naturalmente agli ingressi del botteghino – 42 mila euro, stando a quanto dice la Celi, sulla stagione 2014/2015 – non può fare a meno di quel contributo pubblico, che peraltro tiene conto dell’utilizzo che il Comune fa, direttamente o indirettamente, della struttura: “A queste condizioni – fa notare la Celi – non c’è margine per lavorare a una stagione 2015/2016”.
Non si tratta, però, solo di questo: “Gestire un teatro non è solo fare un cartellone, men che meno gestire una Fondazione. Il punto che più mi sta a cuore è capire che cosa si vuole fare davvero del Garibaldi, ora e nel futuro. A quali progetti vogliamo lavorare? Vogliamo, per esempio, finalmente metterci nelle condizioni di partecipare a nuovi bandi europei? O, ancora, far rete con le altre istituzioni teatrali del territorio”.
Il tentativo della Celi di scuotere il sindaco, dunque, sarebbe più un modo per accendere una luce su questo futuro dal fiato corto, che ha come limite la sostanziale sottovalutazione del sindaco nei confronti delle politiche culturali: “Niente strappi, né polemiche, solo un grido d’aiuto. Se il sindaco vorrà raccoglierlo, con la garanzia che si intraprenda un cammino che sia veramente tale, continueremo con più entusiasmo di prima, altrimenti vorrà dire che proprio non la pensiamo allo stesso modo”.
[Fonte La Sicilia]