Lungo la navata centrale del gioiello barocco della Cattedrale di San Giovanni Battista aveva accompagnato, in processione, l’ingresso in diocesi di monsignor Paolo Urso. Era il 12 aprile del 2002. Tra due settimane, a distanza di tredici anni, percorrerà la stessa navata, ma per un’occasione ben più importante per la sua vita.
Monsignor Carmelo Cuttitta entrerà in diocesi il 28 novembre: riceverà il pastorale e da quel momento inizierà il suo ministero a Ragusa.
“Quel giorno di tredici anni fa – racconta – mi recai per la prima volta a Ragusa. Ci sono tornato alcuni giorni fa, diciamo così in incognito, per incontrare monsignor Urso e il vicario generale, e per vedere un po’ il luogo dove andrò ad abitare. Di Ragusa non conosco praticamente nulla, ma tante persone che conoscono il territorio mi hanno dato assicurazione che si tratta di un territorio dalle grandissime potenzialità sia dal punto di vista umano, sociale, economico e non ultimo anche a livello ecclesiale”.
Quando il 28 settembre si è recato a Roma dal Nunzio apostolico, che lo aveva convocato alcuni giorni prima, ha ricevuto la notizia della nomina a vescovo di Ragusa. “La prima cosa che mi è venuta in mente è stato proprio il fatto che non conoscevo quasi nulla di questa Chiesa”.
Alla cerimonia d’ingresso in diocesi ad accompagnare monsignor Cuttitta vi saranno circa cinquecento persone provenienti da Palermo, i suoi familiari, i suoi amici, i presbiteri e le diverse componenti del popolo di Dio della Chiesa palermitana e quanti ha avuto modo di incontrare duranti gli anni di ministero presbiterale ed episcopale nella sua Diocesi di provenienza, Palermo.
Sulle famiglie monsignor Cuttitta punta molto. “Veniamo da due Sinodi sulla famiglia, e attendiamo l’Esortazione post sinodale del Papa. Ho sempre lavorato molto con le famiglie, soprattutto da parroco. Avevamo gruppi differenziati: le giovani coppie, quelle coi figli più piccoli, e ancora quelle con i ragazzi più grandi. Le famiglie hanno sempre dato tanto alla parrocchia, il loro apporto si è sempre rivelato una carta vincente”.
Un altro tema che sin dal suo messaggio ha inteso inquadrare bene è quello della carità.
“So che c’è una Caritas che, con i suoi vari addentellati, svolge un importante lavoro. Non potremo che incrementare questo lavoro sul solco di quello che ci raccomanda il Papa: una carità senza calcoli, concreta”.
Il suo primo obiettivo sarà quello di “conoscere, ascoltare, vedere”. Un cammino di conoscenza concreto delle donne e degli uomini, di tutte le età e condizioni, che vivono nella nuova diocesi che il Papa ha affidato alle sue cure.
Il rapporto con i presbiteri e i diaconi non potrà che essere improntato alla fraternità, alla schiettezza e alla serenità.
“Ho incontrato i sacerdoti già a Pergusa – spiega -. Si è rivelato un bel momento, ci siamo parlati in modo sincero, con franchezza ci siamo detti alcune cose che nascevano anche dalla curiosità reciproca. La collaborazione tra vescovo e presbiterio, in un rapporto di serenità e sintonia, porta buoni frutti per la diocesi intera”.
Pochi giorni, ormai, e dovrà lasciare Palermo.
“Due giorni dopo la nomina, mia mamma ha vissuto il suo esodo verso la casa del Padre. E’ un fatto che mi ha portato a riflettere, è un po’ come se fosse andata via per lasciarmi libero, perché non fossi in pensiero per lei. La sento molto vicina, molto presente con le sue battute e i suoi amorevoli rimproveri e soprattutto con la sua preghiera.
Certo lascio gli amici, gli affetti e la gente che gli vuol bene, ma sono certo che anche voi mi vorrete bene come già io ve ne voglio, avendo già cominciato a pregare per ciascuno di voi e per la nostra amata Chiesa ragusana”.
La diocesi si sta preparando ad accoglierlo, con una cerimonia in due momenti: prima in piazza, poi la messa in Cattedrale. Non ci saranno pass, mentre per chi resterà fuori saranno a disposizione i maxi schermi.
[Fonte Giornale di Sicilia]