Lo studio di zio Pietro diventa un museo, in mostra 80 anni di storia rossoblù

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Zio PIetro, un museo per ricordarlo

La memoria di Pietro Scollo, lo “zio” di tutti i tifosi del Modica Calcio, continuerà a vivere grazie alla casa museo che raccoglie in pochi mq2 80 anni di storia rossoblù. A oltre due anni dalla sua scomparsa, il ricordo di Zio Pietro è sempre vivo come dimostrano i tantissimi tifosi e amici che si sono presentati puntuali all’inaugurazione di questo piccolo gioiello di storia calcistica. Fortemente voluta dai figli, Gabriella in primis con l’aiuto dell’amico di famiglia Ezio Santaera, la casa museo è stata approntata nello studio dove Don Pietro visitava i suoi pazienti. Uno studio che non era solo un presidio medico, ma un confessionale, una sala riunioni, un punto d’incontro per tutti i calciofili e gli sportivi in genere. Ad accogliere i primi visitatori la mitica 500, la fedele compagna a 4 ruote che lo ha accompagnato per tutta la vita in giro per le strade di Modica. Bella, lucida e scintillante, grondante di storia e di ricordi.

All’ingresso una collezione di maglie “vintage” che Zio Pietro ha custodito con cura. Dalla mitica maglia in lanina numero 7 degli anni 70 a quella dell’ultimo trionfo in un campionato del Modica, Eccellenza 2007. Una bandiera che risale a un Modica – Vittoria di fine anni 60 ci porta nella stanza dei gagliardetti, centinaia di ogni parte della Sicilia. Avversari sui campi ma amici e ammiratori di Don Pietro nella vita. C’è un’ampia collezione di ritagli di giornali che ha attaccato negli anni in un’agenda. Dagli esordi negli anni 40-50 passando per i campetti di tennis del Vincenzo Barone, tanti momenti di vita vissuta. Comprese le note dolenti, come gli articoli che raccontano di quando gli fu vietato andare in panchina per raggiunti limiti d’età. E poi centinaia di foto, volti noti e meno noti di calciatori che hanno vestito la casacca rossoblù. Riconoscimenti, targhe, coppe e naturalmente la sua borsa miracolosa, quella che a tracolla arrivava per prima sul calciatore a terra per rimetterlo in piedi. C’è la sua gigantografia, sorridente come era sempre in vita, come sarebbe stato nel vedere il suo piccolo regno invaso da tanti amici.

Una tappa quasi obbligatoria non solo per i nostalgici dei bei tempi andati ma anche per le nuove generazioni, per imparare a conoscere chi era la persona che più di ogni altro ha incarnato i veri valori del Modica Calcio.