Ignazio ‘anticipa’ Francesco, ‘ritocca’ il diritto canonico e ‘crea’ il ‘super vescovo’

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Ignazio Abbate, si sa, è un uomo pragmatico. Non se l’è sentita di attendere il rintocco delle campane di mezzogiorno per far sapere a tutto il mondo quanto felice sia per la nomina dell’arciprete di San Pietro ad arcivescovo di Palermo. 

I giornali ne parlano da qualche giorno. In tanti, per la verità, hanno usato il condizionale che è quantomai d’obbligo, mentre qualcun altro ha già messo sulla testa del sacerdote lo zucchetto paonazzo.

Tutti attendono mezzogiorno di domani per il solenne annuncio, che dovrebbe avvenire in contemporanea a Palermo e a Noto (diocesi dell’eletto). E c’è da augurarsi che davvero Papa Francesco abbia scelto don Corrado Lorefice per la prestigiosa sede episcopale.

Abbate, però, si è messo al sicuro, e all’arciprete (vescovo in pectore, forse) ha indirizzato una ‘nota di felicitazioni’.

Ma ha fatto di più. La gioia nel sapere che un valente parroco della sua città potrebbe fare il salto dalla sagrestia della pur bellissima Chiesa di San Pietro alla Cattedrale del capoluogo dell’Isola, storica sede cardinalizia, gli ha fatto ‘inventare’ pure una nuova super figura: “il Vescovo di tutti i Siciliani”. Sì, scrive proprio così il sindaco di Modica nella lettera a don Corrado (al momento lo chiamiamo padre, domani monsignore e, perchè no, tra qualche anno eminenza).

Il vescovo di tutti i Siciliani non esiste, ma forse sarebbe meglio usare anche qui il condizionale.

Perchè con Papa Francesco si sa, dall’oggi al domani tutto cambia, e il presidente di una conferenza episcopale regionale potrebbe diventare il vescovo di tutta la regione. In questo caso sarebbe un mega accorpamento di 17 diocesi e una eparchia. 

E anche questo, forse, Ignazio Abbate potrebbe averlo saputo in anteprima.

Comunque sia, la lettera è bella e ricca di affettuose parole. 

Che don Lorefice domani a mezzogiorno sarà vescovo eletto di Palermo, o meno, un augurio non fa mai male.

Ecco il testo

Egregio Don Lorefice,

ho accolto con sommo gaudio la notizia, a cui manca solo l’egida dell’ufficialità, della Sua nomina ad Arcivescovo della Città di Palermo.

Una scelta di questo tipo, che valuto epocale nella storia millenaria della Chiesa, manifesta appieno il significato del cammino che il Santo Padre ha intrapreso nello svolgimento del suo mandato sul soglio Petrino.

L’ azione pastorale da Ella intrapresa si è sempre mossa nella direzione degli ultimi, di chi vive e soffre nella quotidianità, che ha trovato nelle Sue parole e nel Suo comportamento conforto e riparo.

La Chiesa,con i suoi due millenni di storia, si è dimostrata ancora una volta con Papa Francesco, un’istituzione non solo moderna – che è il progetto che il Santo Padre con ostinazione ha intrapreso sin dall’inizio del Suo pontificato – ma mi permetto di dire rivoluzionaria rispetto ai canoni di un passato più o meno recente.

La scelta della Sua persona rientra in questo lungimirante disegno.

Sono certo che Ella saprà interpretarlo con coerenza di principi e di valori anche nel ruolo di Vescovo di tutti i siciliani; è evidente che lascerà un vuoto e un indelebile ricordo nella comunità cristiana della Città in cui in tutti questi anni ha operato per il bene del prossimo.

Non mi rimane che confermarLe le mie non formali felicitazioni e augurarLe una densa e ricca azione pastorale utile a migliorare non solo il rispetto e la devozione per la Chiesa ma da laico auspico anche la crescita morale di una società che ha tanto bisogno di essere guidata nella direzione di valori, di cui oggi sono diventati confusi i riferimenti e le certezze.

Vivissime Cordialità.