E’ durata poco più di un’ora la visita in Prefettura da parte del Ministro Angelino Alfano che ha firmato l’importante protocollo di legalità sui lavori dell’autostrada Siracusa – Gela. Il protocollo, costituito da dieci passaggi e firmato anche dai prefetti di Ragusa e Siracusa e dai titolari delle ditte appaltatrici, consentirà un più alto livello di legalità nei lavori riguardanti la tanto attesa infrastruttura. Un’opera da realizzare “Mafia Free”, per riprendere un’espressione usata più volte dallo stesso Alfano: “Abbiamo già visto il successo di questa sinergia in occasione di Expo, dove lavorando con Prefettura e Dia abbiamo interdetto ben 100 ditte in odore di infiltrazioni mafiose. L’immagine dell’Expo ne è uscita pulitissima e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Dobbiamo usare questo esempio perché la Siracusa – Gela diventi un affare per il territorio ma non per la mafia”.
Il Ministro ha quindi sottolineato l’importanza delle opere pubbliche come volano per una vera e propria ripresa economica soffermandosi sull’arretratezza del Meridione ed in particolare della Sicilia: “Noi come siciliani non ne possiamo più di questo stato di cose. Nè i siciliani né i calabresi hanno colpe per il livello di arretratezza delle infrastrutture. Il mio obiettivo è quello di portare questa zona d’Italia a livello con gli standard europei. Ad esempio non si può dire che c’è uguaglianza tra le varie regioni italiane se anche in Sicilia non arriva l’alta velocità. Questo è l’obiettivo principale del mio ruolo istituzionale”.
Alfano non si sbilancia in merito ad un cronoprogramma: “Chiederò un incontro con il ministro Del Rio e con l’Anas per fare un punto urgente della situazione sulle infrastrutture siciliane, dopo aver già chiesto lo stato di calamità per la caduta del viadotto Himera”.
A margine della firma, durante il colloquio con la stampa, Alfano ha spaziato a 360° su diversi argomenti di attualità, tra i quali non poteva mancare lo scottante tema dell’immigrazione: “In questa settimana voglio che i primi migranti ospiti nei centri italiani vadano negli altri Paesi europei. Verificandosi questo avremo la prova di come la nostra politica sull’immigrazione abbia successo in Europa. Nonostante Salvini abbia votato contro questa iniziativa, scegliendo di lasciare gli immigrati sul territorio Italiano”.
Blindatissimo l’incontro con la stampa e le autorità. Tra auto di scorta, gazzelle, pantere e auto civetta il centro di Ragusa oggi era presidiato centimetro per centimetro.
Invitati a partecipare i sindaci coinvolti dai lavori della bretella, Rosolini, Ispica e Modica, più il padrone di casa Piccitto, i vertici provinciali delle Forze dell’Ordine di Ragusa e Siracusa, oltre ai rappresentanti delle ditte che si sono aggiudicate l’appalto.
Mancava la deputazione iblea, per una precisa scelta del Prefetto anche se qualcuno è riuscito ugualmente ad “imbucarsi”.
La presenza dell’onorevole Orazio Ragusa non è andata giù al collega Nello Dipasquale che ha espresso il malcontento per questa esclusione pochi minuti dopo la conclusione dell’incontro.
“Non vorrei che passasse il messaggio – afferma Dipasquale – che oggi i parlamentari del territorio fossero disinteressati. Sebbene non fosse stato invitato nessun parlamentare, qualcuno si è voluto imbucare, un po’ come quando gli adolescenti vanno alle feste di compleanno dei compagnetti di classe. Qualcuno potrebbe dirmi perché anche io non mi sia imbucato. Beh, io non lo facevo nemmeno quando avevo 14 anni. Rilevato ciò, è dunque giusto che la comunità iblea sappia che non ci sono stati parlamentari più bravi e più attenti ma c’è stato chi, pur di non rinunciare ad una bella passerella televisiva e fotografica, ha scelto l’arte del sapersi imbucare anche ad una cerimonia istituzionale a cui non si è stati volutamente invitati”.