Sono 44 i lavoratori in nero, o con paga fittizia, individuati in un blitz contro il caporalato portato a termine dalla Guardia di Finanza tra le province di Ragusa e Caltanissetta.
Cinque persone, tra le quali il titolare di un’azienda agricola con sede legale a Vittoria, ma operante a Gela, sono state denunciate.
Le fiamme gialle hanno accertato che i cinque denunciati avevano costituito un’organizzazione specializzata nel reclutamento di manodopera a basso costo da utilizzare nelle serre per la raccolta dei pomodori.
Tra i 44 rumeni individuati, ci sono anche quattro minori e venti donne che vivono tra Vittoria e Acate.
Operavano in condizioni igieniche degradanti.
Durante il controllo, tutti gli operai sono stati trovati a lavorare in condizioni igienico-sanitarie precarie, sprovvisti di adeguati dispositivi di protezione individuale, come ad esempio guanti, mascherine ed altro materiale antinfortunistico. Si tratta di individui che per necessità sono disposti a svolgere qualsiasi lavoro a qualsiasi condizione. Tra l’altro, da sopralluoghi effettuati presso le abitazioni dei predetti, è stata riscontrata una situazione alloggiativa e igienica particolarmente degradante, in cui convivono fino a una decina di persone in spazi molto ristretti.
I ‘caporali’, assunti dal titolare come braccianti agricoli ma in effetti impiegati per la ricerca e la gestione del personale, percepivano, oltre allo stipendio, anche 2-3 euro al giorno del compenso giornaliero spettante a ciascun lavoratore a titolo di rimborso per il servizio di trasporto dalle abitazioni al lavoro e, sempre dietro ulteriore compenso, si occupavano anche del vitto e del disbrigo di pratiche amministrative, utilizzando 3 furgoni che sono stati sottoposti a sequestro.