Un consiglio comunale aperto di fronte all’ospedale Civile è solo uno dei passi annunciati stamane in conferenza stampa dai capigruppo iblei, schierati in maniera compatta a fianco del sindaco Federico Piccitto per una guerra politica che si preannuncia difficile e che, dal livello provinciale, passerà adesso ad “piani più alti”. La battaglia per adesso è stata persa: il Piano Asp 7presentato da Maurizio Aricò, votato ieri dalla conferenza dei sindaci, non soddisfa in alcun modo il primo cittadino di Ragusa (che non ha apposto la firma sul documento), né i capigruppo, tanto che sia dal presidente Giovanni Iacono che da Piccitto è stato annunciata l’adozione di “tutte le misure disponibili affinché si ritorni su queste scelte, comprese le vie legali e giuridiche necessarie affinché si impugni questo documento”.
Non ragioni di campanile, spiegano i capigruppo, ma la constatazione di una programmazione priva di logica, non supportata dai dati, non concertata in maniera adeguata, che contraddice i principi del Decreto Balduzzi e che, pertanto, può rispondere solamente a logiche di politiche spartitorie, non al miglioramento dell’offerta sanitaria iblea.
Lo stesso Piccitto spiega come si è avuto davvero poco tempo per analizzare il Piano, presentato il 18 settembre ma modificato in maniera schizofrenica e addirittura stravolto nel giro di 48 ore, dalla conferenza dei sindaci del 23 a quella del 25 settembre. Poco tempo anche per concertare coi capigruppo una presa di posizione forte, se non a partire da oggi.
A supportare le dichiarazioni del sindaco ibleo l’analisi di Giovanni Iacono: “Lascia sgomenti ascoltare un direttore generale che ad ogni incontro argomenta e sostiene la presenza o la soppressione di alcune strutture complesse e semplici e nella riunione successiva, a distanza di poche decine di ore, sostiene l’esatto contrario. Il caso più evidente in tal senso è quello di ‘Otorinolaringoiatria’ e di ‘Pneumologia’, ma anche la ‘Proctologia’ o il Dipartimento di Oncologia che fino al 23 settembre 2015 non rientrava nella ‘visione aziendale’ e il 25 settembre viene reintrodotto ‘perché non si è riusciti a far comprendere la scelta della soppressione’. Non sembra vero che il problema se mantenere o no un dipartimento medico sia l’essere compresi o no a livello comunicativo. Una comunità cittadina capoluogo di 71.000 abitanti e l’intero bacino territoriale che serve in maniera baricentrica non possono essere privati di servizi ospedalieri e territoriali senza che tutto questo sia ampiamente ed oggettivamente motivato”.
Si è inoltre fatto notare che i 47 milioni di euro finora spesi per il nuovo Ospedale “Giovanni Paolo II” sono serviti a costruire un contenitore privo di contenuti, una struttura estromessa di fatto dalla visione aziendale di Aricò. In questo senso, è stato sottolineato da Palazzo dell’Aquila, appare una mossa paradossale la consegna dei lavori delle sale operatorie fissata per lunedì prossimo, evento al quale Aricò ha invitato il sindaco ibleo oltre che il deputato regionale Nello Dipasquale. Invito al quale Piccitto non ha ancora deciso se rispondere favorevolmente, anche se ha ricordato di avere sempre manifestato profondo rispetto istituzionale per il ruolo che ricopre. Probabilmente parteciperà Dipasquale, il quale attraverso una nota aveva già espresso consenso per il “Piano Aricò” e che ottiene l’unica cosa che aveva pubblicamente chiesto, ovvero la permanenza a Ragusa del Dipartimento di Oncologia.