“Eucarestia, matrimonio e famiglia”. E’ questo il tema del piano pastorale che il vescovo, Paolo Urso, ha consegnato alla diocesi di Ragusa. E’ stato lo stesso presule a presentare il piano, composto da una trentina di pagine. “Perchè la scelta di questo tema? I motivi sono diversi. Guardando a quello che avviene nel mondo ci siamo resi conto che la famiglia è sottoposta a sfide pesanti” – ha detto monsignor Urso. Il tema s’inserisce anche nell’ambito del Giubileo della Misericordia voluto da Papa Francesco. “La misericordia – ha spiegato il presule – è quella dimensione che si apprende, che si vive in famiglia. In famiglia ci si educa alla misericordia”.
Citando il cardinale Bagnasco ha spiegato cosa non deve fare la Chiesa nel difendere la famiglia: “né battaglia di retroguardia, né semplicemente di difesa, né rassegnazione; spendersi fra la gente; promuovere e far brillare la grandezza e la verità del matrimonio e della famiglia. La vera ragione che ci spinge ad operare è l’amore appassionato per l’uomo, anche se fragile, ma sempre dotato di dignità e di bellezza”. E ha aggiunto: “Come vogliamo affrontare le sfide che riguardano la famiglia? A questa domanda la nostra comunità ecclesiale deve dare una risposta. Non vogliamo scendere in campo, andare in piazza, per difendere questo bene con le Crociate, di cui abbiamo già pagato un prezzo abbastanza alto. Noi vogliamo presentare con la testimonianza la bellezza della famiglia”.
Quali sono le sfide al matrimonio? Il vescovo ne ha indicate alcune: la privatizzazione del matrimonio (ridotto a una realtà meramente privata), la durata, la responsabilità nella trasmissione della vita. “Ritengo – ha detto monsignor Urso – che la sfida più radicale, più pericolosa e più violenta sia oggi la pluralità dei modelli familiari, con rilevante incremento delle coppie liquide”.
Alla Chiesa, alla comunità cristiana, un compito importante: stare vicina alle famiglie, considerare questa vicinanza come un ‘mandato’ ricevuto da Dio. Anche in questo caso il vescovo ha dato alcune indicazioni: “rendere le nostre comunità luoghi di ascolto, di dialogo, di conforto e di sostegno per gli sposi, nel loro cammino coniugale e nella loro missione educativa. Le famiglie devono trovare nei pastori il sostegno di autentici padri e guide spirituali, che le proteggono dalle minacce delle ideologie negative e le aiutano a diventare forti in Dio e nel suo amore”.
Ed ancora occorre “indicare nell’Eucaristia la sorgente e la scuola dell’amore, del dialogo e del servizio”.
Un forte appello a “migliorare la preparazione dei giovani al matrimonio, in modo che possano scoprire sempre di più la bellezza di questa unione”. Parlando dei corsi prematrimoniali, con lo stile proprio di Papa Francesco, ha detto: “I corsi saranno buoni per imparare le lingue. Non per la vita matrimoniale. Non basta che si facciano tre, cinque, dodici lezioni e basta. La comunità cristiana tutta deve seguire le coppie, soprattutto quelle giovani che vivono i problemi maggiori. Una presenza discreta, ma è importante che la parrocchia sia loro vicina”.