Don Umberto Bonincontro, parroco della Madonna delle Grazie, aveva pubblicamente denunciato una situazione insostenibile in quel quartiere. I carabinieri sono intervenuti chiudendo due case del piacere proprio in via Mercè. Una risposta alla segnalazioni pervenute da parte di alcuni cittadini residenti nel quartiere che, negli ultimi tempi, erano infastiditi da continui disturbi notturni e diurni provocati da persone che, ripetutamente ed erroneamente, suonavano ai citofoni delle loro abitazioni in cerca degli appartamenti occupati dalle prostitute.
I militari dell’Arma hanno effettuato diversi servizi che hanno permesso di acclarare il via vai di uomini dai due appartamenti segnalati.
Nel corso dei servizi, infatti, sono stati identificati alcuni clienti che hanno dichiarato di aver intrattenuto dei rapporti sessuali a pagamento con le ragazze che alloggiavano nei due immobili di via Mercè.
Avuta conferma del fenomeno, quindi, i Carabinieri sono entrati dentro le due abitazioni ed hanno trovato due ragazze sudamericane, di età compresa tra i 30 e i 35 anni, che hanno ammesso di svolgere l’attività di meretricio. All’interno degli appartamenti sono stati inoltre trovati “oggetti del mestiere” di tutti i tipi, così da poter soddisfare le richieste di ogni cliente.
Raccolti i diversi elementi di prova, i militari dell’Arma hanno proceduto al sequestro preventivo dei due appartamenti e alla denuncia in stato di libertà del proprietario degli immobili e di un secondo soggetto, intermediario nei contratti d’affitto delle case. Entrambi dovranno ora rispondere del reato di favoreggiamento della prostituzione. Dalle dichiarazioni dei clienti e delle giovani prostitute è emerso un giro d’affari di rilevante entità, infatti, i prezzi oscillano dai 60 ai 250 euro a seconda delle richieste dei clienti.