L’Associazione siciliana della stampa, d’intesa con l’Ordine dei giornalisti, e con i sindacati confederali SLC-Cgil e Fistel-Cisl avvierà un’indagine sulla realtà lavorativa dell’emittenza privata in Sicilia, “attanagliata da una crisi – dice una nota del sindacato dei giornalisti – che ha già portato alla perdita di centinaia di posti di lavoro, e rispetto alla quale il governo regionale non ha ancora attivato alcun intervento, negando ai lavoratori che hanno perso il posto anche l’elementare beneficio degli ammortizzatori sociali”.
”Sarà verificata – aggiunge la nota di Assostampa – la piena applicazione dei contratti, la loro rispondenza con l’attività realmente svolta, la tracciabilità dei pagamenti e la correttezza della contribuzione previdenziale: tutti elementi che contribuiscono alla definizione del punteggio in base al quale l’Agcom e il Corecom attribuiscono i finanziamenti pubblici annuali. La verifica riguarderà sia i giornalisti sia il personale tecnico e punterà inoltre ad accertare se, in un’ottica di deregulation complessiva del settore e delle garanzie dei dipendenti, le aziende non impongano ai lavoratori di svolgere funzioni non di loro competenza. In Sicilia, infatti, si sta allargando a macchia d’olio una grande zona grigia in cui la aziende, piccole e grandi, cercano spazi impropri, al limite e forse oltre la legalità, di riduzione del costo del lavoro, avviando una concorrenza al ribasso e un sistema di lavoro di produzione televisiva in subappalto che sta portando il settore al definitivo collasso”.
L’Associazione siciliana della stampa presenterà i risultati di questo libro bianco – per quanto di loro rispettiva competenza – alle commissioni nazionale e regionale antimafia, all’ispettorato regionale del lavoro, all’ufficio ispettivo dell’Inpgi e – nel caso di eventuali violazioni penali e civili – anche alle procure interessate.