I formaggi e le mozzarelle? A Ragusa si preparano all’interno del carcere

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i formaggi si confezionano in carcere

Una vera e propria svolta del modo di concepire l’inserimento lavorativo dei detenuti, che passa dalla forma assistenzialistica a quella imprenditoriale, garantendo risultati concreti anche sulla spendibilità di competenze al di fuori delle mura carcerarie.

Questa una delle caratteristica del progetto avviato dal Rotary Hybla Herea e dedicato all’attività di caseificazione all’interno casa circondariale di Ragusa. L’iniziativa, alla quale partecipano tutti i club dell’area iblea, è stata finanziata dalla Rotary Foundation. I dettagli sono stati illustrati ieri presso l’istituto penitenziario ibleo alla presenza, tra gli altri, del direttore della casa circondariale di Ragusa, Giovanna Maltese, del governatore Rotary del Distretto Sicilia – Malta, Francesco Milazzo, del presidente del Rotary Hybla Herea Maurizio Giannì, del veterinario Giorgio Lo Magno e dei rappresentanti della ditta Bubalus.

Si tratta di un progetto che è partito alcuni anni fa in maniera estemporanea e transitoria, ma che diventa adesso realtà concreta, come ha spiegato dettagliatamente il direttore Giovanna Maltese: “Quello che illustriamo oggi è un progetto di grande impatto sociale – ha sottolineato – perché consentirà ai detenuti l’acquisizione di una capacità professionale, spendibile nel mondo lavorativo esterno, ma soprattutto consentirà loro di ritrovare la dignità di uomo anche nel tempo della detenzione. Ringrazio il dottore Lo Magno che ha posto le basi, avviando circa due anni fa dei corsi di tecnica di tecnica di caseificazione rivolti ai detenuti degli istituti di Ragusa e Modica. Un ringraziamento anche alla ditta Bubalus che coordinerà le diverse fasi operative”.

L’iniziativa prevede diverse fasi di realizzazione. L’adeguamento dei locali messi a disposizione dall’Amministrazione Penitenziaria alle norme igienico-sanitarie, i cui lavori saranno effettuali dagli stessi detenuti con materiale acquistato e fornito dal Rotary, come del resto le attrezzature per la caseificazione che verranno posizionate a lavori ultimati. La terza fase sarà quella della formazione professionale dei detenuti che potranno quindi dedicarsi alla produzione di prodotti lattiero-caseari. Ultimo passaggio, probabilmente quello più importante, l’inserimento di questi prodotti nella filiera della vendita.

Con quest’ultima fase il progetto – ha aggiunto il direttore Giovanna Maltese – assumerà i connotati imprenditoriali poiché con i ricavi delle vendite si potrà autofinanziare e quindi proseguire nel tempo. Con questo progetto il Rotary dà un’impronta nuova a questo carcere ponendo le basi ad un moderno modo di concepire l’esecuzione della pena che da principalmente afflittiva diventa occasione ed opportunità per il detenuto di acquisire dignità umana e sociale e conseguentemente opportunità di una vera ed efficace prevenzione sociale. Il detenuto che ha infatti gustato il valore ed i risultati del lavoro svolto e del rispetto umano difficilmente sarà un recidivo. Con questo progetto – ha concluso– il Rotary investe quindi su una società civile futura migliore e più sicura”.

Una sinergia tra società civile, istituzioni e imprenditoria locale. Questa la formula vincente citata dal governatore Rotary del Distretto Sicilia – Malta, Francesco Milazzo: “Una trilateralità che conferma la serietà delle nostre iniziative e rende possibile la concretizzazione di un progetto al quale teniamo molto perché rappresenta una svolta per la vita di questi detenuti nella costruzione di un futuro migliore”.