“Un’altra casa all’asta, un’altra storia di sacrifici di una vita che rischiano di essere depredati dallo sciacallaggio”. Inizia così una nota con la quale i Forconi denunciano l’ennesima situazione drammatica con, al centro, le sorti di una famiglia iblea.
Salvatore e Teresa Barca hanno cinque figli, di cui due gemelli di 8 anni, ma dopo tanto lavoro e tanti sacrifici arischiano di perdere tutto e di finire in mezzo a una strada. Per 20 anni hanno gestito e portato avanti un negozio di frutta e verdura, me, nel 2005, iniziano i problemi.
I Forconi spiegano che la coppia, per cercare di lasciare ai figli un’attività solida, decidono di ingrandirsi e lasciano la loro piccola bottega per un locale più grande. Per alcuni anni le cose vanno bene, e i due coniugi riescono a far fronte al consistente prestito affrontato. Poi arriva la crisi, i debiti iniziano ad accumularsi e le banche ci mettono lo zampino. La casa, come spesso in questi casi, è l’unica garanzia da presentare e in poco tempo l’epilogo è di quelli comuni, nella loro tragicità: l’immobile viene messo all’asta e svalutato. Inizialmente valeva 250mila euro, adesso viene rivenuto a 82 mila.
Ieri i Forconi hanno manifestato davanti alla casa insieme alla coppia e ai figli piccoli, facendo desistere gli acquirenti dal visitarla, e annunciano che, la prossima settimana, continueranno anche davanti all’ufficio del curatore fallimentare per impedire a chiunque di entrare nell’appartamento.
“La nostra casa sta per essere svenduta a qualche sciacallo – afferma Teresa, la moglie – ma queste persone che intendono valutare la possibilità di acquistarla dovrebbero sapere che dietro c’è una famiglia disperata”.