La crisi continua a mordere. Lontano dai proclami nazionali che parlano di fine della crisi e luce in fondo al tunnel, le piccole e medie imprese, e anche le cooperative più o meno grandi, continuano a chiudere e a licenziare. Ne stanno pagando le conseguenze anche i lavoratori dei centri Coop di Avola, Pozzallo, Pachino, Scicli e Gela, che però, sostenuti dalla Filcams CGIL, dicono no al trasferimento del personale a Palermo e rilanciano la proposta di mettersi insieme, in cooperativa, per rilevare la gestione dei centri in crisi e mantenere, così, il posto di lavoro.
Per la maggior parte dei dipendenti, che hanno un contratto di lavoro part-time e guadagnano, in media, 800 euro al mese, il trasferimento sarebbe, di fatto, la strada che porta al licenziamento volontario, sia per l’impossibilità di sostenere le spese di trasferimento e mantenimento a Palermo, sia per l’obbligo di lasciare le famiglie.
La nuova cooperativa dei lavoratori, che si chiamerebbe “Nuova Cooperativa Primo Maggio” dopo aver rilevato i punti vendita Coop, stando alle previsioni, potrebbe affermarsi e diventare capace di gestirli nell’arco di tre anni, garantendo il lavoro a tutti e il mantenimento dei supermercati che da 30 anni sono presenti nel territorio e hanno la loro clientela di fiducia.
A questo punto, la palla passa a Coop Sicilia e Coop Italia. Saranno loro a doversi esprimere sulla proposta, che non comporterebbe per loro alcun impegno finanziario, ma la sola concessione di strumenti di supporto all’iniziativa. E, fanno sapere dalla Filcams CGIL, non sarebbe nemmeno la prima volta, perché altri lavoratori di altre regioni d’Italia che stavano per perdere il lavoro avrebbero già optato per questa soluzione.