Concy Rocca torna a raccontarsi, tra la lotta contro il cancro e la gioia del matrimonio della figlia

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Concetta Roccaforte

Le cure, il matrimonio della figlia, i giorni no. Sono stati tanti i problemi, le gioie e i cambiamenti che Concetta Roccaforte ha dovuto affrontare nel corso degli ultimi mesi, ma a distanza di tempo, e rispettando i ritmi della sua malattia, torniamo a raccontare la sua storia in cerca (e in attesa) del lieto fine.

I capelli sono ricresciuti, ma ha perso molti chili nelle ultime settimane, circa 10 dall’ultima volta che l’abbiamo intervistata, e psicologicamente è molto fragile ed emotiva, basta un niente per farla passare dalla felicità alle lacrime.

Ha modificato la sua terapia, e non sta più seguendo alla lettera la terapia Gerson. Le piace definire la sua nuova cura semplicemente “salutariana”, tanto a questo punto il nome conta poco, purché attivi quel processo di guarigione che ancora, purtroppo, non si è innescato. Ha ridotto drasticamente i succhi, non perché abbia cambiato idea sulla loro utilità, ma per il forte stress che le comportavano.

“La mia vita ormai si svolgeva in cucina – racconta – perché non avevo neanche il tempo di prenderne uno che già, dopo un po’, dovevo iniziare a preparare quello successivo. Il processo di guarigione del corpo passa anche attraverso la mente, ne sono assolutamente convinta, e io ero troppo stanca. Adesso, invece – continua – ne assumo 2-3 al giorno, e di conseguenza ho ridotto anche il numero dei clisteri di caffè. Assecondo molto di più il mio corpo, è lui ora che mi dice quando ne ho bisogno per liberarmi dalle tossine che i succhi mettono in circolazione, senza più stressarmi. La mia alimentazione, invece, è sempre gersoniana, ma con l’aggiunta di qualche cereale e legume”.

Con i medici della clinica ungherese ha chiuso definitivamente, troppo difficile capirsi e curarsi via mail e in inglese con i markers tumorali in caduta libera. “Erano e sono ancora oggi paurosi – spiega – ma io vado avanti per la mia strada, qualunque essa sia. Dopo lo shock anafilattico dovuto al cisplatino, ho giurato che non avrei più fatto una seduta di chemio, e così sarà, non importa quanto sopravviverò alla scoperta del mio male. Tanto, per fortuna, a dispetto dei parametri, io mi sento un po’ meglio, e sono più autonoma ed energica rispetto all’inverno scorso”.

Sei stata anche a Roma per un mese e mezzo, per sperimentare un’altra cura…
Si tratta dell’ipertermia, la terapia del calore che è prevista anche dal metodo Gerson e che consiste nello scaldare gli organi interni, perché pare che le cellule malate non possano resistere alle alte temperature. Ho fatto 15 sedute che, economicamente, unite alle varie visite specialistiche e all’acquisto dei farmaci a Città del Vaticano, mi hanno prosciugata. Finora non è cambiato quasi niente, ma durante quel periodo mi sentivo molto meglio e più in forze. Infatti, quando sono andata a ritirare le analisi e ho visto che erano, se possibile, peggiorate, non volevo credere ai miei occhi e sono andata davvero nel panico.

Al ritorno, però, per fortuna, ti attendeva un’immensa gioia…
Si, sono tornata dieci giorni prima del matrimonio di mia figlia, e immagina che stress per preparare tutto! Grazie al cielo, però, il giorno delle nozze è andato tutto bene, ed è stato di una bellezza indescrivibile anche perché mia figlia mi ha chiesto di accompagnarla all’altare.

Hai avuto un pensiero per quei medici che ti avevano detto che, smessa la chemio, non saresti vissuta abbastanza da vederla in abito bianco?
Assolutamente si! Invece ho vinto io, e mentre la tenevo sottobraccio e andavamo verso l’altare le bisbigliavo sottovoce “ce l’abbiamo fatta, sono qua!”. E’ stato molto commovente, e adesso il mio unico sogno, oltre alla guarigione, è quello di veder sposare pure l’ultima mia figlia. Io a Dio lo chiedo ininterrottamente, poi sarà Lui a decidere se esaudire il mio desiderio. I tempi non sono nostri, sono suoi”.

I mesi passano, la malattia non si arrende e lei nemmeno, con l’incrollabile fede a sostenerla e a farle dire che “non di un solo minuto possiamo allungare la nostra esistenza con le preoccupazioni, dobbiamo solo affidarci a Lui e pensare a vivere”.

E pensare anche a ringraziare chi continua a preoccuparsi di lei, tacitamente, con delle donazioni, piccole o grandi poco importa. Come chi, non senza sacrifici, le ha donato dei soldi o come l’azienda modicana System Depur Ecology che ha regalato diversi prodotti per l’igiene della casa. Torniamo, quindi, a ricordare il codice Iban, sempre attivo per le donazioni: IT 25 I 0503411795 000000 123066.