“Il Collegio evidenzia che, in riferimento alla situazione contabile così come si è evoluta, alla definizione dei rapporti con la Cassa Depositi e Prestiti, all’applicazione del nuovo ordinamento contabile, necessariamente dovrà riformularsi una modifica del Piano in esame basata essenzialmente sulle disponibilità di cassa di cui l’Ente potrà effettivamente disporre annualmente”.
Con queste cinque righe tutt’altro che rassicuranti per la situazione finanziaria del Comune di Modica, il Collegio dei Revisori conclude la propria relazione alla Corte dei Conti in merito alle criticità del Piano di riequilibrio finanziario. La relazione è stata trasmessa martedì mattina, contestualmente al deposito della relazione dell’Amministrazione a Palermo da parte del sindaco e dell’assessore al Bilancio, ma arriva a conclusioni pressoché opposte, quasi a fornire alla Corte dei Conti un assist per la bocciatura del Piano, che equivarrebbe al dissesto dell’ente.
Il suggerimento, che è sostanzialmente quello di provvedere ad una ulteriore rimodulazione del Piano (che sarebbe la quarta, dopo due anni e nove mesi dalla prima approvazione), arriva al termine di trenta pagine di considerazioni sulle diverse criticità rilevate dalla Commissione ministeriale e dalla Corte stessa: le più gravi riguardano la gestione dei fondi vincolati, l’applicazione del nuovo ordinamento contabile, l’attuazione del Piano negli anni 2013 e 2014, la situazione delle società partecipate, le somme che sarà necessario restituire alla Cassa Depositi e Prestiti dopo averle ricevute come anticipazione e tutte le riserve già sottolineate dai Revisori in occasione di tutti i pareri espressi per i vari strumenti finanziari approvati, che vengono ribadite anche in questa sede.
La situazione della cassa è la prima tra queste:
“Il Collegio ritiene – si legge ancora nella relazione – che, nonostante l’incremento delle entrate correnti in termini di competenza consenta il raggiungimento dell’equilibrio finanziario, tenuto conto della velocità di riscossione alquanto bassa l’ente non potrà realizzare l’equilibrio di cassa e dovrà continuare a ricorrere all’anticipazione di tesoreria e all’utilizzo dei fondi vincolati. Il Collegio ritiene che questo richieda una rigida riduzione della spesa corrente, che dovrebbe adeguarsi necessariamente alle disponibilità finanziarie annuali certe (mediamente 22,5 milioni di euro) che coprono il 50% circa degli impegni mediamente assunti nell’ultimo triennio (44,7 milioni di euro)”.
“Abbiamo fatto ogni sforzo possibile per dimostrare alla Corte dei Conti che questo Piano di Riequilibrio è realizzabile”. Così l’assessore al Bilancio Enzo Giannone sostiene la bontà dell’operato dell’Amministrazione, che ha presentato nei tempi previsti le proprie risposte: “Abbiamo dimostrato – precisa – di aver risolto per la stragrande maggioranza la questione debitoria, che sono rimasti solo pochi e ben individuati debiti fuori bilancio, che, ora che abbiamo finito con le maxirateizzazioni, stiamo partendo con le riscossioni coattive”. Giannone, insomma, reagisce con non poche perplessità a quanto scritto dal Collegio dei Revisori, tanto più che le loro osservazioni saranno probabilmente tenute in maggior considerazione dalla Corte e potrebbero quindi condizionare l’esito del Piano: “Ne prendo atto – commenta, con la necessaria prudenza del momento – ma mi riservo di fare i miei approfondimenti e le mie considerazioni in merito, soprattutto per quanto riguarda il calcolo dei debiti e naturalmente le conclusioni. Per un’eventuale rimodulazione del Piano, peraltro, dovremmo prima verificare che ce ne siano i presupposti giuridici”.
[Fonte La Sicilia]