Una serata finale all’insegna della gioia e della condivisione per il Grest che, anche quest’anno, ha raccolto oltre duecento tra bambini e ragazzi all’Oratorio salesiano di Ragusa. Tema comune che ha accompagnato questa esperienza estiva è stata la figura di Don Bosco: proprio quest’anno i Salesiani festeggiano i 200 anni dalla nascita del santo dei giovani.
Anche per l’edizione 2015, i partecipanti sono stati divisi in: Mini-Grest (dai 3 ai 6 anni), Grest (dai 7 ai 12 anni) ed Estate Ragazzi (dai 13 ai 15 anni). Molto bella, in particolare, l’esperienza dell’Estate Ragazzi, con una trentina di ragazzi tra i 12 e i 15 anni.
Si è parlato di Diritti Umani, con vari interventi da parte di animatori e salesiani. Oltre alla conoscenza della storia e dei 30 diritti stilati nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, i ragazzi hanno scoperto quanto don Bosco sia stato precursore dei diritti umani, ponendoli alla base del suo Sistema Preventivo: diritto al gioco, all’educazione, alla formazione, una casa e cibo per tutti e il diritto dei lavoratori.
E proprio a don Bosco è dedicato un momento di celebrazione e di festa per domenica 16 agosto. In tutte le realtà salesiane del mondo si celebrano i 200 anni dalla nascita del santo.
A Torino un raduno mondiale, con un enorme numero di giovani e di salesiani e salesiane. Anche una ventina di ragazzi dell’Oratorio di Ragusa è già partito per prendere parte alle celebrazioni.
A Ragusa, nella parrocchia Maria Ausiliatrice, il 16 agosto, alle 19, sarà celebrata una messa. Il rito sarà presieduto dal vescovo, Paolo Urso. Durante la messa sarà rinnovata l’offerta dell’olio dinanzi alla reliquia di don Bosco. Al termine un momento di condivisione e di festa per questa ricorrenza.
“La conclusione del bicentenario della nascita di Don Bosco – spiega il direttore dell’Istituto salesiano di Ragusa, don Paolo Terrana – non è un chiudere una porta e dire ‘che bello’ o espressioni simili. Ma prendere coscienza di una grande eredità che diventa compito e missione. Don Bosco è un dono, non alla Chiesa e alla società del 1800, ma all’umanità di sempre: ieri, oggi, domani. Ecco perché questa ricorrenza rappresenta il grazie al Signore per averci donato don Bosco, ma nello stesso tempo un appello a tutti noi perché questo dono ricevuto lo rendiamo vivo e operante per la nostra società. I nostri giovani e le generazioni che verranno possano gioire anche loro della spiritualità schietta, ottimista, concreta, lungimirante del Padre e maestro della gioventù espressa in quel binomio semplicissimo, e ricco di significato: “Buoni cristiani e onesti cittadini”.