C’è una strana ed intempestiva litigiosità tra i sindaci dei comuni iblei.
La compattezza dei mesi scorsi, quando in un tour politico di sensibilizzazione delle comunità amministrate che ha attraversato tutta la provincia chiedevano conto e ragione allo Stato e Regione per i ‘tagli’ vistosi ai trasferimenti, sembra un lontano ricordo.
Una unità che si è sciolta come neve al sole d’agosto, qualche giorno dopo che l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato la nuova legge sui liberi consorzi comunali, mandando in soffitta dopo tre anni di vuoto e di altalene legislative le vecchie Province, che rappresenta il punto di partenza per tornare a governare direttamente il territorio ibleo.
Perché la nuova legge assegna proprio ai sindaci la responsabilità politica ed amministrativa dei nuovi enti di area vasta con qualche incombenza in più rispetto al passato, come la supervisione e il controllo dei piani regolatori generali dei comuni.
Di fronte a questo nuovo scenario di ‘compartecipazione’ amministrativa nell’interesse collettivo della comunità fanno capolino le ‘beghe’ paesane e le lotte municipalistiche che portano indietro l’orologio della storia almeno di 90 anni, ovvero all’istituzione della provincia di Ragusa col blitz di Pennavaria. Stavolta i motivi del contendere sono di basso profilo, senza con questo voler sminuire le problematiche oggetto di divisione come la questione degli ‘stalli’ per i tassisti all’aeroporto di Comiso o la sede dell’archivio meccanizzato del Tribunale di Ragusa in ballo tra il comune capoluogo e Modica. Accade così che i sindaci di Ragusa, Vittoria e Chiaramonte Gulfi decidono di restituire le licenze destinate ai tassisti di questi tre comuni perché Comiso ha deciso di abbandonare il tavolo di concertazione per trovare una soluzione più equa alla scelta unilaterale di privilegiare i tassisti locali e che i sindaci di Ragusa e Modica finiscono per beccarsi come i capponi di manzoniana memoria per la questione dell’archivio meccanizzato del Tribunale.
Di fronte a questo nuovo scenario di ‘compartecipazione’ amministrativa nell’interesse collettivo della comunità fanno capolino le ‘beghe’ paesane e le lotte municipalistiche che portano indietro l’orologio della storia almeno di 90 anni, ovvero all’istituzione della provincia di Ragusa col blitz di Pennavaria. Stavolta i motivi del contendere sono di basso profilo, senza con questo voler sminuire le problematiche oggetto di divisione come la questione degli ‘stalli’ per i tassisti all’aeroporto di Comiso o la sede dell’archivio meccanizzato del Tribunale di Ragusa in ballo tra il comune capoluogo e Modica. Accade così che i sindaci di Ragusa, Vittoria e Chiaramonte Gulfi decidono di restituire le licenze destinate ai tassisti di questi tre comuni perché Comiso ha deciso di abbandonare il tavolo di concertazione per trovare una soluzione più equa alla scelta unilaterale di privilegiare i tassisti locali e che i sindaci di Ragusa e Modica finiscono per beccarsi come i capponi di manzoniana memoria per la questione dell’archivio meccanizzato del Tribunale.
Polemiche istituzionali all’insegna del ‘tutti contro tutti’ che non giovano a sancire quella necessaria unità e condivisione alla vigilia di una nuova stagione politico-amministrativa caratterizzata dalla nascita del nuovo ente di aria vasta. E la divisione non nasce da una contrapposizione meramente politica, ovvero di carattere squisitamente elettorale: Pd contro M5S, destra contro sinistra, ma su questioni strettamente municipalistiche.
Vittoria contro Comiso sotto il tetto dello stesso partito (il PD) è la cartina di tornasole di una litigiosità lontana che affonda nella notte dei tempi: a cominciare dalla guerra dei pozzi d’acqua di contrada Cifali, per continuare poi con la discarica dei rifiuti di contrada Mendolilli, per ripetersi infine sulle quote Soaco (la società di gestione dell’aeroporto di Comiso) che il comune casmeneo deve cedere ai comuni di Vittoria e Chiaramonte Gulfi per un accordo ante apertura dello scalo “Pio La Torre” per la scelta di Vittoria di consentire il sorvolo sul proprio perimetro urbano e di Chiaramonte Gulfi di cedere parte del proprio territorio per la realizzazione della pista aeroportuale. Una cessione di quote non ancora avvenuta che alza il livello dello scontro istituzionale e che alimenta divisioni inopportune e illogiche.
Ora ci si chiede: c’è spazio per una ricomposizione del quadro politico-istituzionale della provincia a tre mesi dall’elezione dei nuovi organi dei liberi consorzi comunali? Sarebbe auspicabile, non solo per il destino del nuovo ente di area vasta, soprattutto per un’assunzione di responsabilità necessaria per un territorio che deve cinicamente e responsabilmente essere unito per ottenere la realizzazione dell’autostrada Ragusa-Catania, per rilanciare l’Universita’, per affermare il ruolo strategico dell’aeroporto di Comiso e del porto di Pozzallo. Ci sarà quest’inevitabile ricomposizione oppure ci si dovrà rassegnare ad una guerra di posizioni che penalizza lo sviluppo di un territorio omogeneo e compatto in nome di interessi localistici che hanno il fiato corto.
La logica del ‘tutti contro tutti’ non è perseguibile all’alba di un nuovo processo compartecipativo del territorio che non può perdere l’occasione di far partire col piede giusto il nuovo Libero Consorzio Comunale.