Le traversate dell’orrore: “Se chiedi acqua per i tuoi figli li buttiamo in mare”

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I viaggi dell'orrore

“Lo scafista voleva gettare i miei figli in mare perché chiedevo acqua da bere per loro”. E’ il racconto tragico di una madre che è stata tratta in salvo e condotta al Porto di Pozzallo insieme ad altre 123 persone che erano salpate, a bordo di quattro gommoni, dalla Libia. “Lo scafista picchiava tutti per non farci muovere dal nostro posto” – ha raccontato un altro migrante alla Polizia.

Un trattamento disumano per un viaggio che costa come una vacanza 5 stelle: mille euro a testa per tentare di arrivare lungo le coste della speranza.

La Squadra Mobile ha arrestato quattro presunti scafisti.

I testimoni oltre ad aver indicato gli scafisti dei diversi gommoni soccorsi, hanno riferito di violenze inaudite sotto la minaccia dei libici, quando ancora nei capannoni prima della partenza e durante il viaggio, da parte degli stessi scafisti.

Una giovane madre con due piccoli in braccio ha riferito che uno degli scafisti ha minacciato di gettarle i bambini in mare se avesse chiesto nuovamente dell’acqua da bere. La donna in lacrime si è quasi giustificata con i poliziotti che la stavano sentendo a verbale “io avevo chiesto l’acqua per i bambini non per me”.

Nel giro di poche ore sono giunte quasi 500 persone, molte delle quali bambini e donne anche incinte. Sono stati in parte accompagnati in altri centri fuori provincia.