Il tentativo dei 43 lavoratori dei negozi Coop di cui è stata stabilita la chiusura è coraggioso, ma non è affatto detto che il gioco valga la candela: loro vorrebbero reinvestire i loro Tfr per rilevare i negozi e rilanciarli, ma la situazione degli ultimi anni è andata verso tali perdite, che non è detto che si tratti di una strada praticabile, anche qualora Coop Italia dovesse convincersi – altro elemento tutt’altro che scontato – a lasciare loro il marchio, tenendo i supermercati all’interno della propria rete di distribuzione. Dalla prima visita a Scicli del dottor Paolo Bedeschi, ex dirigente di Coop Reno e conoscitore della ex 1° Maggio, e del suo staff, che i lavoratori hanno coinvolto chiedendo la sua consulenza per portare avanti questo percorso, emergono tutti i dubbi del caso: “Ho assunto tutte le informazioni e chiesto del tempo per analizzare la situazione – spiega Bedeschi – ma avremo bisogno almeno di un paio di mesi per provare a mettere su un piano e, soprattutto, ho assicurato ai lavoratori che se i conti non torneranno sarò il primo a sconsigliare loro di rischiare un investimento a perdere”. Bedeschi conosce molto bene la realtà della Cooperativa I Maggio, primo e riuscito esperimento di cooperazione siciliana, ora in ginocchio dopo un trentennio: “Già diversi anni fa – ricorda – fummo chiamati per offrire una consulenza. Allora c’erano dei problemi, ma che a nostro avviso erano risolvibili con un investimento di rilancio di circa 3 milioni di euro, studiato sul territorio: non si potevano, come in teoria non si potrebbero oggi, applicare modelli commerciali del Nord, perché le abitudini e i consumi sono diversi. L’operazione naufragò perché poi ci fu chiesto di coinvolgere anche la Cooperativa 25 aprile (quella palermitana, con cui ora si è consumato l’accorpamento, ndr) e se nel primo caso vedevamo dei margini di successo, nel secondo i rischi erano troppo alti. Senza contare un atteggiamento nettamente diverso dei lavoratori. Oggi come allora è ammirevole vedere il loro impegno e la passione con cui si adoperano per risolvere la situazione”. Ora Bedeschi vuole studiare bene la situazione della gestione degli ultimi anni, quella che ha causato un crollo così vertiginoso: “Ho visto che nei cinque negozi in questione dal 2010 a oggi le vendite sono scese da 10 milioni a poco più di 3 milioni. Recuperare questa situazione, tenendo conto che ci sono spese di gestione non indifferenti e naturalmente l’esigenza di continuare a pagare lo stipendio a chi lavora, non è facile”. Per questo i lavoratori, insieme al loro consulente, vorrebbero chiedere a Coop almeno due mesi di tempo per analizzare la situazione ed eventualmente fare un piano per rilevare e rilanciare i negozi. Sarà, probabilmente, una delle richieste che verrà portata, affinché se ne faccia portavoce, all’attenzione del Prefetto di Ragusa che, interessandosi alle sorti dei punti vendita di Scicli e Pozzallo, ha accordato un incontro ai lavoratori che si terrà probabilmente nella giornata di venerdì.
(Fonte La Sicilia)