Voleva donare due milioni di dollari all’Azienda sanitaria della città in cui è nato e con la quale ha mantenuto sempre un contatto molto stretto, ma dopo una lunga anticamera davanti la porta del manager dell’Asp ha deciso di andar via. E la cospicua elargizione che aveva deciso di fare è “saltata”. E’ quanto emerge da un resoconto fatto dall’Agi.
Protagonista il ragusano Pippo Giuffrè, da tanti anni negli Stati Uniti insieme alla famiglia. Negli Usa ha fatto fortuna, e già nel corso degli anni aveva fatto delle donazioni proprio per Ragusa. Ora la scelta di questo corposo contributo da donare all’Asp, fino a ieri. Il manager dell’Asp, Maurizio Aricò, si scusa: “Li ho accolti e fatti accomodare nella sala d’attesa, aspettando che arrivasse il legale dell’Asp che si trovava in Tribunale, a circa 700 metri di distanza. Il tempo di arrivare e loro erano spariti. Non sono riuscito a rintracciarli. Sono davvero rammaricato per quanto successo“, dice Aricò interpellato dall’Agi.
Ma la versione dell’avvocato Michele Sbezzi, legale di Giuffrè, è diversa: “Siamo stati fatti accomodare in una sala d’attesa rovente – afferma Sbezzi – e abbiamo atteso per molto tempo, finchè il signor Giuffre’ non si è seccato e ha deciso di andare via. A quanto ha detto a caldo non ha più intenzione di donare la cifra all’Asp, salvo ripensamenti. Ma sono certo che questa cifra a Ragusa arriverà, magari in altre forme”.
Pippo Giuffrè si era stabilito a New York nel 1958, creando una solida posizione economica con un’attività nel settore delle concessionarie automobilistiche. Il legame con Ragusa non si è mai spezzato. Sia lui che il fratello Carmelo, persone molto riservate, hanno sempre fatto donazioni in favore di enti e associazioni benefiche del Ragusano. A New York hanno sempre tenuto alto il nome della Sicilia e di Ragusa, con l’associazione “Figli di Ragusa” di Brooklyn. L’ente ha di recente deciso di vendere la sua sede nella metropoli americana e di donare il ricavato, due milioni di dollari, all’Asp di Ragusa. Pippo Giuffrè era proprio il tramite di questa operazione, che aveva visto già un primo incontro tra l’avvocato Sbezzi e il manager Aricò.
Ieri a mezzogiorno il secondo incontro, fissato alla direzione dell’Asp. “Abbiamo incontrato il dottor Aricò mentre congedava una sua precedente visita. E siamo saliti verso i suoi uffici”, riferisce all’Agi l’avvocato Sbezzi, che prosegue: “Poi lui prima è andato in una stanza a parlare con una persona e poi nel suo ufficio. Noi siamo stati raggiunti da due persone che ci hanno fatto accomodare dicendoci di attendere che ci avrebbero chiamati loro”. Qui l’avvocato e il filantropo sono stati ‘dimenticati’, fino a che Pippo Giuffrè si è stufato.
Il manager Aricò si assolve così: “Attendevo il nostro legale dell’Asp. Come avrei potuto parlare di dettagli tecnici su un argomento così delicato? Comunque, sono davvero dispiaciuto” conclude. La donazione era legata alla creazione di una struttura o per l’attrezzatura di un reparto ospedaliero. In cambio si sarebbe apposta una targa di riconoscimento all’associazione “Figli di Ragusa” di Brooklyn. Ora quella donazione sembra sfumata, ma è assai probabile che un altro regalo, magari per altre iniziative, arriverà comunque.
Nel pomeriggio, intanto, sull’incredibile vicenda sono intervenuti anche il parlamentare regionale del Movimento Cinque Stelle, Vanessa Ferreri, e il presidente della Commissione sanità all’ARS, Pippo Digiacomo. L’On. Ferreri ha chiesto “la convocazione urgente del manager dell’Asp Maurizio Aricò in commissione Sanità, affinché chiarisca la vicenda”. La parlamentare si è poi scusata pubblicamente, da segretario della commissione sanità dell’Ars e soprattutto da cittadina ragusana, con il signor Giuffrè, confidando in un suo ripensamento. “A pagarne le conseguenze – ha detto – sarebbero solo i cittadini“.
Queste, invece, le parole dell’On. Digiacomo:
Apprendo con rammarico l’incidente accaduto nei locali dell’Asp di Ragusa che avrebbe fatto desistere il signor Giuseppe Giuffre dall’annunciata decisione di donare una cospicua somma all’ospedale della città iblea. Sono certo che si sia trattato di un semplice disguido e che possa essere superato. Avevo incontrato Giuffrè proprio all’ingresso dell’edificio e avevo avuto modo di ringraziarlo del suo affetto e della sua generosità nei confronti della terra natia e sono profondamente dispiaciuto. A nome mio e della commissione Sanità all’Ars, che mi onoro di rappresentare, voglio chiedere al nostro fortunato conterraneo di scusare l’incidente assolutamente estraneo al garbo e all’ospitalità della bella terra iblea. I particolari dell’incidente verranno certamente chiariti nelle sedi opportune.