Sequestro preventivo per il depuratore di acque reflue di contrada Fiumara, a Modica. La notizia era stata anticipata da una nota del consigliere comunale del Pd Ivana Castello. Intorno alle 15 la conferma in una nota dell’ex Provincia regionale.
“La Polizia Provinciale di Ragusa, eseguendo un provvedimento del Gip del Tribunale di Ragusa, Andrea Reale, su richiesta del sostituto procuratore Gaetano Scollo, ha sequestrato stamane in maniera preventiva – si legge nella nota – il depuratore di acque reflue di contrada Fiumata del comune di Modica. Il sequestro fa seguito alle indagini svolte dal Nucleo di Polizia Ambientale della Polizia Provinciale, in collaborazione con l’Arpa di Ragusa, in merito agli scarichi anomali di acque reflue nel torrente Modica-Scicli-Passo Gatta, a valle dell’impianto di contrada Fiumara”. Secondo quanto riporta la nota di viale del Fante: “Il Gip ha ritenuto sussistere l’astratta sussumibilità del fatto relativa ai reati ipotizzati di illecito smaltimento di rifiuti liquidi, costituiti da acque reflue non trattate, direttamente nell’alveo dello stesso torrente (corso d’acqua di interesse comunitario), così da creare una situazione di grave pericolo di inquinamento per l’ambiente ed in particolare, per il corso d’acqua quale corpo recettore, ipotizzandosi così la violazione del Testo Unico Ambientale, del Codice dei beni culturali e del paesaggio (alterazione e danneggiamento del corso d’acqua su un bene paesaggistico), il deterioramento delle acque destinate alla pubblica utilità oltre all’offesa e molestia nei confronti della collettività“.
Le indagini, condotte per diversi mesi, hanno consentito di scoprire, in una prima fase, scarichi di acque reflue non trattate direttamente nel torrente, ivi convogliate tramite bypass ad attivazione manuale. In un secondo momento è stata rilevata “l’indebita (rectius non autorizzata) appostazione di una tubazione in polietilene interna all’impianto ed in uscita dall’unità di stacciatura e recapitante nel pozzetto bypass dell’unità di clorazione”, in un punto a valle del pozzetto di ispezione utilizzato per i campionamenti dell’Arpa.
I dati analitici, risultanti dai controlli della Polizia Provinciale e dalle analisi tempestivamente eseguite dall’Arpa sui campioni delle acque in uscita dall’impianto in questione (confrontati con i campioni prelevati a monte del depuratore), hanno permesso di evidenziare il superamento dei limiti dei parametri di legge (Testo Unico Ambientale), così da creare una situazione di grave pericolo di inquinamento per l’ambiente circostante e di danno ambientale.
Due soggetti che rivestono incarichi di responsabilità connessi alla gestione tecnico-amministrativa del depuratore di contrada Fiumara, risultano indagati per i reati sopra ipotizzati, in concorso tra loro. Gli stessi sono stati nominati custodi dell’impianto sequestrato, con l’onere di assicurare la continuità nell’espletamento del servizio pubblico, anche al fine di eliminare definitivamente le disfunzioni riscontrate nell’impianto di depurazione.