La Laurea non è riuscita ad appenderla alla parete, né a festeggiarla con i suoi, perché – troppo presto – è stata portata via da un brutto male. Ma l’Università le ha tributato un importante onore consegnando una pergamena attestante la sua partecipazione al corso di Laurea.
Mariachiara Leggio è la giovane di Ragusa venuta a mancare a causa di una grave malattia. In suo onore, il 4 luglio scorso, è stata promossa una camminata per le vie del centro storico superiore della città, organizzata dagli amici dell’associazione Amunì assieme alla Pastorale della salute.
La scorsa settimana, invece, nell’aula magna del dipartimento di Matematica dell’Università di Catania, il direttore del dipartimento del corso di laurea di Matematica ed Informatica, professore Giuseppe Mulone, ha voluto consegnare una pergamena ai genitori attestante la partecipazione al corso di Mariachiara Leggio. A tal proposito, il tutor della studentessa, il professore Salvatore Giuffrida, ha tracciato un ricordo della giovane all’assemblea che, per l’occasione, era formata da parenti, amici e laureandi.
Giuffrida ha parlato di una giovane tenace e combattiva, che non si è mai arresa, ritenendola un esempio per tutti di coraggio e di forza di volontà, con l’intento di vincere le battaglie, seppur difficili, della propria storia personale. “Con una voce calda e rotta dalla commozione – dice la zia Tina Giannì – la professoressa Ornella Naselli ha aggiunto quanto sia rimasta colpita dalla determinazione e attenzione premurosa di Mariachiara, soprattutto quando telefonando si scusava di non poter essere presente agli esami a causa della chemio o per improvvisi ed inaspettati ricoveri urgenti in ospedale. La professoressa ha concluso l’intervento, ringraziando i genitori e quanti hanno voluto partecipare all’evento.
A chiudere questo momento, il racconto della mamma sui particolari del sogno di Mariachiara, lo stesso di tutti gli studenti universitari: riuscire a laurearsi. “Con la differenza – ha spiegato – che lei era già consapevole che i suoi giorni volgevano alla fine e tuttavia ogni volta che sorgeva il sole era sempre un nuovo giorno, un’opportunità altra per compiere al meglio il proprio dovere e per sentirsi piacevolmente vivi”. La mamma di Mariachiara, grata e visibilmente emozionata, ha invitato i docenti a rimanere sempre vicini e attenti ai bisogni dei giovani studenti. Un esempio, quello di Mariachiara, per i ragazzi, ma anche per i docenti perché lo studio è in se speranza di un mondo migliore.