I concorsi, i conti in rosso, gli ospedali iblei: intervista esclusiva all’assessore Baldo Gucciardi

0
Baldo Gucciardi

Da due settimane circa è il nuovo assessore regionale alla Sanità, un incarico prestigioso quanto ricolmo di responsabilità in una regione, la Sicilia, alle prese con scandali, strutture fatiscenti e conti perennemente in rosso.

Baldo Gucciardi è un professionista che il mondo della sanità, da dirigente dell’ASP in aspettativa, lo conosce bene e che, entrato nella giunta Crocetta in un momento cruciale in cui la sopravvivenza del Governo stesso è in bilico, le sue risposte sta cercando di darle.

A cominciare dallo scottante tema dei concorsi e delle mobilità. Nella maggior parte delle regioni d’Italia sono una normale realtà; la Sicilia, invece, sembra un mondo a sé, chiusa nel suo vortice di incarichi a tempo determinato. Adesso, però, le cose sembra stiano finalmente e veramente cambiando, e la notizia di poche ore fa è che la giunta regionale ha approvato la delibera con le linee guida che dovranno seguire i manager di asp e ospedali per definire le piante organiche entro il 30 settembre, pena la decadenza dall’incarico.

Ecco come l’assessore Gucciardi, da noi intervistato, si è espresso sull’argomento.

“Permettetemi prima di tutto di ringraziare Lucia Borsellino per lo straordinario impegno che ha messo in campo e per i risultati raggiunti. I ‘concorsi’ sono  uno dei primi punti sui quali mi sono messo a lavoro, una sanità efficiente passa attraverso piante organiche complete, con le persone giuste al posto giusto. Abbiamo già indicato un percorso: entro il 30 settembre le Aziende sanitarie ed ospedaliere dovranno adottare le nuove piante organiche ed entro il 30 novembre dovranno avviare i concorsi per il reclutamento del personale. Voglio specificare che i termini sono perentori, eventuali ritardi saranno oggetto di valutazione negativa per i direttori delle Aziende. Abbiamo incontrato i direttori generali per comunicare loro le indicazioni che consentiranno di avviare l’iter per la rideterminazione delle piante organiche. Ho trovato grande collaborazione e supporto da parte della commissione Sanità dell’Ars e dal presidente Pippo Digiacomo, che insieme con i componenti della commissione ha portato avanti un lavoro prezioso.”

Nonostante i suoi mille e più problemi, la Sicilia non è la Cenerentola d’Italia, stando ai dati del 2013 (avanzo-disavanzo pro capite in euro) relativi ai conti sui servizi sanitari regionali in cui si attesta su un timido +0,01. Cosa ci manca, allora, per diventare davvero una regione virtuosa?  

“Voglio ricordare anche un dato relativo al 2014, che riguarda i conti della sanità: il famoso ‘buco’ che per anni è stato una palla al piede per la Sicilia, è finalmente alle spalle. Lo scorso anno si è chiuso con un avanzo di amministrazione nei conti della sanità siciliana di 29 milioni 163 mila euro. Abbiamo anche ottenuto il riconoscimento di una premialità di 127 milioni di euro relativa al 2012, finora non erogata per il mancato raggiungimento di alcuni standard relativi ai servizi erogati.

Anche rispetto alla ‘griglia LEA’, che compara i ‘Livelli essenziali assistenza’ nel 2014 la Sicilia si piazza nel ‘lato sinistro della classifica’, per usare una metafora calcistica: siamo sicuramente fra le prime 10 Regioni italiane. Purtroppo però, nonostante i buoni risultati sia in termini di equilibrio di bilancio che per quel che riguarda eccellenze prettamente mediche, la Sicilia tende a far parlare di sé più per quello che non va rispetto a ciò che funziona, Spesso paghiamo un prezzo più alto del dovuto a livello mediatico, probabilmente scontiamo anche colpe del passato.

Lo stesso discorso, allontanandoci un po’ dalla sanità, vale per il Bilancio della Regione: la Sicilia viene vista dal resto d’Italia come la ‘Cenerentola’, anche quando non lo è. Credo cha la ricetta sia semplice e complicatissima allo stesso tempo: da un lato dobbiamo proseguire il difficile lavoro di risanamento dei conti pubblici che stiamo portando avanti, dall’altro è necessario che la Sicilia cancelli definitivamente alcuni ‘brutti vizi’, figli anche di un uso distorto dell’Autonomia. Dobbiamo imparare ad essere una ‘regione ‘normale’, e valorizzare finalmente le opportunità del nostro Statuto speciale”.

Venendo, nello specifico, alla sanità ragusana, accanto a qualche eccellenza, i problemi e le carenze sono sempre dietro l’angolo e, incredibile ma vero, in alcuni casi mancano anche le lenzuola. Non solo. Il reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Guzzardi di Vittoria versa in condizioni estremamente precarie, il destino dei piccoli ospedali di Comiso (Regina Margherita) e Scicli ( Busacca) appare costantemente in bilico (spingendo la classe politica a continue forme di protesta) e la data di inaugurazione del nuovo ospedale di Ragusa (Giovanni Paolo II) viene rimandata di anno in anno (adesso siamo al 2017). Che notizie e/o rassicurazioni si sente di dare in tal senso?

“I manager e i direttori dovranno verificare il regolare funzionamento delle strutture che amministrano e saranno valutati rigorosamente in base ai risultati.  Questo vale, naturalmente, anche per il territorio ragusano. Quanto alla specificità della sua domanda, posso dirle che per quel che riguarda l’ospedale Guzzardi di Vittoria, la gara d’appalto è già pronta: a questo punto credo che presto potranno partire i lavori.

Passiamo al Regina Margherita di Comiso e al Busacca di Scicli: si tratta di due realtà importanti per il territorio e per le quali, come per altre strutture dell’Isola, la commissione Sanità dell’Ars, su proposta del presidente Pippo Digiacomo, ha recentemente votato una risoluzione che impegna i direttori generali alla valorizzazione delle strutture. Naturalmente verificheremo l’andamento di questa direttiva.

Quanto, infine, al Giovanni Paolo II di Ragusa, sono stati recentemente stanziati 12 milioni di euro per il completamento. Dunque, si, mi sento di poter ‘rassicurare’, con tutte le cautele del caso, i cittadini ragusani: l’impegno di questo assessorato non verrà meno“.