Ricatto e favoreggiamento della prostituzione. Arrestata una latitante rumena

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Poche ore fa i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Ragusa e quelli della Compagnia Carabinieri di Catania – Fontanarossa hanno rintracciato e arrestato una latitante cittadina rumena di 30 anni, colpita da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Ragusa per i reati di tentata estorsione in concorso e favoreggiamento della prostituzione.

Per la stessa vicenda, già a febbraio 2015, i militari avevano dato un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un imprenditore agricolo incensurato, classe 1950 di Vittoria. La donna, che con lo stesso provvedimento risultava destinataria della misura della custodia cautelare in carcere, era riuscita a rendersi irreperibile, poiché aveva fatto ritorno nel suo paese d’origine ossia in Romania.

Da allora, però, le sue ricerche da parte dei militari di Ragusa non si sono mai interrotte e la stessa risultava latitante internazionale poiché colpita anche da Mandato d’Arresto Europeo che, in caso di rintraccio, avrebbe consentito il suo arresto in Romania. Per militari, comunque, non è stato necessario recarsi fino in tale paese poiché, monitorando gli spostamenti della malvivente, sono riusciti a capire che la stessa si sarebbe recata a far visita al fratello, che si trova ristretto agli arresti domiciliari a Catania, in un’abitazione in località Playa, per gli stessi fatti per i quali anche lei oggi è stata arrestata.

Per tale motivo, su indicazione dei colleghi di Ragusa, i Carabinieri della Compagnia di Catania – Fontanarossa, durante un normale controllo per verificare il rispetto da parte dello stesso della misura degli arresti domiciliari cui si trova sottoposto il romeno, hanno fatto accesso all’abitazione trovando in casa anche sua sorella, che veniva quindi arrestata.

Ecco in dettaglio la vicenda che ha portato a questo nuovo arresto:

Le indagini che hanno condotto ai due fratelli, venivano avviate negli ultimi mesi dell’anno 2013, quando un imprenditore di Vittoria e allora esponente di un partito politico, dopo aver avuto un rapporto sessuale con giovani donne dell’est europeo, contattate tramite una bacheca di annunci on-line, rimaneva vittima di un’estorsione poiché, durante la consumazione del rapporto, gli venivano scattate delle fotografie compromettenti e, per impedire la divulgazione delle stesse, in più tranche, gli veniva richiesta la somma complessiva di € 100.000, da consegnare nell’arco di un mese. Capendo di essere rimasto intrappolato in un ricatto da cui non sarebbe più riuscito a venire fuori, il soggetto decideva di sporgere denuncia presso i Carabinieri che, immediatamente, avviavano le indagini per individuare gli autori del fatto.

A seguito dell’ennesima richiesta di pagamento di una somma di denaro per impedire la divulgazione delle foto, con l’accordo della vittima, in data 19 dicembre 2013, veniva organizzato un servizio di osservazione finalizzato a fermare gli estortori proprio nel momento in cui ritiravano una busta con il denaro richiesto. Tale servizio sortiva gli effetti sperati, poiché venivano arrestati in flagranza del reato di estorsione in concorso i due cittadini rumeni, sorpresi mentre ritiravano dal posto convenuto la busta depositata dalla vittima e in cui avrebbe dovuto trovarsi la somma di denaro richiesta che, solo come 1^ tranche del totale, doveva essere di 2.000/3.000 €.

Le indagini però proseguivano, al fine di accertare se altri uomini erano rimasti vittime dello stesso tipo ricatto e se vi erano altri soggetti coinvolti nella vicenda. Dai successivi accertamenti, svolti anche monitorando le bacheche di annunci on-line esistenti sul web e relativi alla provincia di Ragusa, emergeva che vi erano una serie di giovani donne, tutte di nazionalità rumena, dedite alla prostituzione, che adescavano i loro clienti tramite tali annunci e dalle indagini emergeva pure che l’attività di meretricio veniva esercitata all’interno di alcune abitazioni site nel comune di Comiso.