Con sentenza n. 569 del 21 luglio 2015 il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha dato definitivamente ragione allo storico vittoriese Giambattista Scirè, assistito dagli avvocati Giovanna Scalambrieri e Fabrizio Traina, nella battaglia legale intrapresa contro l’Università degli Studi di Catania.
Come a suo tempo stabilito dal TAR Catania, anche secondo il CGA Scirè avrebbe dovuto essere dichiarato vincitore della selezione indetta nel 2011 dall’Università degli Studi di Catania per l’attribuzione di un posto a tempo determinato di ricercatore per il settore concorsuale di Storia Contemporanea, presso la Facoltà di lingue e letterature straniere di Ragusa.
L’appello proposto dall’architetto Melania Nucifora è stato, infatti, rigettato dal supremo consesso, il quale – confermando integralmente la sentenza di primo grado – ha chiaramente riconosciuto che “gran parte dei titoli presentati dalla vincitrice (inerenti la pregressa sua attività didattica e positivamente valutati dalla Commissione) erano in realtà incongruenti col settore concorsuale storia contemporanea, afferendo essi invece alla storia dell’architettura o in subordine all’architettura del paesaggio”.
Giambattista Scirè ha commentato così la sentenza (ennesima) favorevole: Ora mi auguro che l’Università esegua la sentenza, finora quella del Tar l’ha disattesa. Io continuo a credere di vivere in uno Stato di diritto e di avere i titoli per insegnare in una Università, anche se questa mia battaglia sul merito mi ha messo di fatto fuori dal giro accademico perché ho osato attaccare la ‘casta’.
Del suo caso di recente si è occupato anche l’editorialista del Corriere della Sera GianAntonio Stella con un articolo sul settimanale ‘Sette’.