“Se due anni fa non avessimo fatto quella scelta oggi il Pd sarebbe Territorio”. Mimmo Barone, segretario del secondo circolo, abbandona per qualche minuto i pacati toni del resoconto delle tappe che hanno portato all’elezione di Gianni Battaglia a segretario dell’Unione comunale del Pd di Ragusa e va giù duro ricordando che la nascita del secondo circolo ha contrastato quella che ha definito una “opa sul Pd”.
Il riferimento è chiaramente agli accordi di due anni fa, con la scelta del primo circolo di appoggiare la candidatura di Giovanni Cosentini. E quella che oggi vede l’ex forzista Nello Dipasquale deputato regionale del Partito democratico. Gianni Battaglia ha subito chiarito: “Non contesto lui come persona, ma la sua idea politica. Ha dichiarato in un giornale che per lui Renzi è il nuovo Berlusconi. Bene per me non è così come il Pd non può essere la nuova Forza Italia. Io faccio il segretario dell’unione comunale per contrastare questa linea”.
E ha aggiunto: “Il segretario eletto non riconosce un deputato non eletto nel Pd”. La risposta è proprio all’ex sindaco e parlamentare di centrodestra passato prima con Il Megafono e poi con il Partito democratico. Nello Dipasquale, infatti, all’indomani dell’elezione di Battaglia a segretario dell’Unione comunale, aveva detto di non riconoscere quella deliberazione.
Ma facciamo un passo indietro. Lunedì scorso si era tenuta un’assemblea dei delegati per l’elezione. Il terzo circolo non aveva preso parte, lo aveva annunciato qualche ora prima. Il secondo circolo, invece, secondo le norme stabilite in sede provinciale nello scorso mese di aprile, ha proceduto alla votazione eleggendo Battaglia. Questa mattina, nella sede del secondo circolo, a palazzo Cocim, Barone e Battaglia hanno illustrato i singoli passaggi che hanno portato all’elezione. “In occasione dell’elezione – ha spiegato Barone – avevamo previsto che ci sarebbero state prese di posizioni e ricorsi. Siamo stati facili profeti. C’è stato un ricorso a firma di alcuni esponenti del terzo circolo. Primo firmatario il segretario Francone, secondo Vito Frisina”.
Barone ha illustrato tutto il percorso fino all’elezione, spiegando poi che l’assemblea ha all’unanimità respinto l’invito – arrivato qualche ora prima – da parte del segretario provinciale, di stoppare l’elezione. Ha anche chiarito che la motivazione avanzata dal terzo circolo, ossia la mancanza del primo circolo (che non ha tessere e quindi non può votare) era solo un pretesto. Chiusa la parentesi su norme, regolamenti e iter formali, è toccato al segretario dell’Unione comunale prendere la parola.
“L’interesse che sta dietro questa conferenza stampa – ha detto – è quello di far conoscere a tutti gli iscritti, anche quelli del terzo circolo, tutta la verità che probabilmente è stata presentata da altri in modo parziale”.
E l’interrogativo di Battaglia: quelli del terzo circolo sapevano che il 13 c’era l’elezione del segretario dell’Unione comunale? Erano stati tutti avvisati? Erano tutti stati resi partecipi della scelta di disertare quella riunione? Battaglia ha definito la motivazione ufficiale con cui il terzo circolo ha disertato la votazione parlando di posizione “ipocrita, fuorviante, contraddittoria, strumentale e per certi versi infantile.
Il primo circolo, infatti, aveva deciso di non fare iscrizioni al partito, quindi non poteva partecipare alla votazione. Ha solo due iscritti on line ufficialmente, e basta”. Strali polemici ha rivolto poi al segretario del terzo circolo Tony Francone, la cui gestione ha suscitato forti polemiche all’interno del circolo stesso. Prova ne è che i soggetti fondatori del circolo, da Vito Piruzza a Elio Accardi, hanno preso le distanze. Lo stesso capogruppo Giorgio Massari è in aperto contrasto con la gestione del circolo. Addirittura – è stato rivelato in conferenza stampa – lo stesso terzo circolo avrebbe optato per una sostituzione del capogruppo Massari. Con chi non è stato rivelato, ma la dura reprimenda di Mimmo Barone ha indicato addirittura voci per l’indicazione del prossimo candidato sindaco del Pd nella persona di Mario D’Asta.
“Questo è quello che non vogliamo – ha chiarito lo stesso Barone -, ossia che le decisioni siano prese in gruppi ristretti. Il partito ha le proprie sedi per discutere di questioni relative a candidature e linee politiche, luoghi di confronto trasparenti, che coinvolgono tutti”.
Lo stesso Battaglia se l’è presa con D’Asta che, in qualità di presidente provinciale del partito, non dovrebbe entrare nelle polemiche dei singoli circoli. “Anzi – ha detto Battaglia – all’elezione di lunedì scorso, proprio in qualità di presidente provinciale, avrebbe dovuto prendere parte. Avrebbe spiegato le motivazioni della richiesta di rimandare la votazione, ma doveva essere presente. E lo stesso vale per l’onorevole Dipasquale che è deputato del Pd. Vero è che non è stato eletto dal Pd, ma ora che è transitato nel partito deve sentirsi il deputato di tutti gli iscritti e gli elettori del Pd e non solo di una parte”.
Battaglia ha parlato di una lacerazione interna al Pd che risale al 2010. Dai tempi della rottura con Calabrese. Lacerazioni che non fanno bene al partito, di questo ne sono certi un po’ tutti, ma che sono al contempo la fotografia del Partito democratico da Roma a Palermo. Sul ricorso presentato dal terzo circolo adesso dovrà esprimersi la commissione provinciale. “A quel giudizio – hanno chiarito Battaglia e Barone – noi ci rimetteremo. Le motivazioni dei ricorrenti ci sembrano non basate sui fatti, perché noi abbiamo copia del verbale con le firma di chi ha preso parte all’assemblea di lunedì scorso. In ogni caso se si dovesse decidere altrimenti, se il ricorso venisse accolto siamo pronti a tornare a votare per l’elezione del segretario dell’Unione comunale”.
La commissione ha tempo 60 giorni, poi ci sono i “gradi” di appello regionale e nazionale. Ma l’interesse di Battaglia è quello di iniziare a lavorare, pur con un occhio alle polemiche, ma con l’altro verso alcuni obiettivi di rilancio del partito ragusano che ha un notevole consenso elettorale, ma che da tempo non riesce a fare eleggere, “per colpa di scelte errate”, né un sindaco né un deputato. “Ci assumiamo noi la responsabilità di lavorare per rafforzare il partito – ha detto Battaglia – e vogliamo farlo in modo concreto”.