“Lucia Borsellino va fermata, fatta fuori. Come suo padre”.
Parole pesantissime quelle intercettate qualche mese fa in una telefonata di Matteo Tutino, primario dell’ospedale palermitano Villa Sofia e medico personale di Rosario Crocetta.
Ma non è quella frasetta lapidaria come una sentenza a far tremare la poltrona del presidente della Regione.
E’ il silenzio che è seguito a quella frase, come riporta un articolo esclusivo di Panorama, a mettere in moto l’onda d’urto che rischia di mettere la parola fine all’esperienza di Crocetta come governatore dell’Isola.
Poco dopo mezzogiorno la dichiarazione dello stesso Crocetta: “Mi auto-sospendo immediatamente da presidente della Regione. Sto inviando una richiesta alla Procura di Palermo per avere un incontro con lo scopo di verificare la portata dell’intercettazione che riguarda Tutino”. L’interim va al neo entrato in giunta, al posto di Lucia Borsellino, Baldo Gucciardi, in quota Pd.
“Prenderò la decisione finale nel giro di pochi giorni, dopo gli accertamenti. Non sono legato alla poltrona, ribadisco la mia estraneità a questa vicenda – ha aggiunto Crocetta – Ma quanto sta accadendo è più grave di un attentato fisico. Non intendo mettere la Sicilia nella condizione di subire attacchi, non faccio pagare prezzi al popolo siciliano. Ma di questa vicenda sono solo una vittima”.
Proprio giustificando il silenzio a quella frase, qualche ora prima aveva cercato di spiegare: “Non ho sentito la frase su Lucia, forse c’era una zona d’ombra, non so spiegarlo; tant’è che io al telefono non replico. Ora mi sento male”.
La figlia del magistrato ucciso col tritolo ha risposto in maniera pacata, ma durissima: “Non posso che sentirmi intimamente offesa e provare un senso di vergogna per loro”.
Il Procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, nel pomeriggio, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Agli atti dell’ufficio non risulta trascritta alcuna telefonata del tenore di quella pubblicata dalla stampa tra il governatore Crocetta e il dottor Matteo Tutino. I carabinieri del Nas hanno escluso che conversazioni simili siano contenute tra quelle registrate nel corso delle operazioni di intercettazione nei confronti di Tutino”. Ovviamente si dovrà fare chiarezza su come stiamo realmente le cose.
In mattinata lo stesso premier Matteo Renzi ha telefonato – la prima chiamata del giorno spiegano da fonti del governo – a Lucia Borsellino. Solidarietà sì, ma anche un chiaro segnale di rottura con Crocetta. L’esperienza di Crocetta appare ormai agli sgoccioli. Il Pd, che solo una settimana fa lo aveva “salvato”, con una direzione regionale fiume dagli esiti non troppo univoci, adesso difficilmente potrà pensare a una soluzione diversa rispetto allo stop a questa esperienza.
Secondo alcuni, la figlia del magistrato ammazzato dalla mafia quando ha firmato le dimissioni alcuni giorni fa già era a conoscenza del contenuto delle intercettazioni. Che lo sapesse o meno, comunque, cambia poco. La vicenda venuta fuori in queste ore, se offende intimamente Lucia Borsellino e la sua famiglia, umilia trasversalmente la Sicilia che si forza, o a volte solo si illude, di credere in un cambiamento.