Della questione del depuratore e dell’ormai famosa visita della senatrice del Movimento 5 Stelle Ornella Bertorotta lo scorso 29 giugno, quando il presidente del Consiglio Comunale Roberto Garaffa è rimasto “chiuso fuori” dai cancelli da parte del sindaco, si è discusso animatamente nel corso della seduta aperta finalmente convocata per ieri sera. Di chiarezza sugli sversamenti e sull’efficienza del depuratore se ne è fatta ben poca, ma è stato deciso che, attraverso l’ufficio di presidenza del Consiglio, saranno raccolte proposte, idee e iniziative per il miglioramento dell’impianto.
Alla fine il sindaco non ha fatto altro che ribadire quanto già innumerevoli volte ha detto in questi mesi: “Il depuratore funziona e va in sofferenza solo quando riceve quantità di acqua superiori al previsto: a febbraio sono cominciati i problemi dopo una stagione copiosa di piogge e con le sorgenti che hanno scaricato sulla rete comunale un’enorme quantità di acqua aumentando il flusso normalmente sopportabile dal depuratore. Questo indicano le relazioni dei tecnici comunali e della società che gestisce l’impianto. L’impegno che l’amministrazione prende – ha concluso – è che sarà fatto un bando per individuare una professionalità esterna adeguata che dia un apporto tecnico importante che ci dia una soluzione del problema”.
“Ma è da mesi che il sindaco sostiene che il depuratore funzioni anche contro ogni evidenza contraria”, ha detto il consigliere comunale del Pd Ivana Castello, che su questa questione ha fatto decine di interventi e in aula ha anche proiettato un video realizzato dai residenti di via Fiumara: “Sversamenti – ha ricordato – che devono essere autorizzati da un organo regionale che ha bocciato questa pratica su richiesta dell’ente: quindi il Comune non può assolutamente sversare neanche i reflui trattati”.
Piergiorgio Barone del comitato Fiumara è intervenuto sostenendo che il problema andava risolto da parte del Comune prima che tutto ciò accadesse: “L’amministrazione, che nasconde i dati su questa emergenza, si sieda a un tavolo assieme a tecnici per risolvere il problema, dato i tecnici che governano oggi il depuratore sono stati già condannati”.
Marcello Medica, del Movimento Cinque Stelle, pur dovendo prendere atto dell’assenza di molti consiglieri, soprattutto di maggioranza, si è chiesto “se dopo tutto quello che è successo il cittadino si potrà fidare dell’amministrazione e del sindaco”: “Bisognerebbe sapere – ha detto – come sono state spese le somme della comunità europea impiegate dalle precedenti amministrazioni. Alla luce dei fatti si è trattato di sprechi come quelli fatti alla Conca del Salto, reso oggi inaccessibile”.
Il consigliere Tato Cavallino ha chiesto conto e ragione dell’assenza in aula dei tecnici e della società che gestisce l’impianto, la SpM, ma il presidente Garaffa ha sottolineato che erano stati invitati e sarebbe stato loro compito presentarsi: “Valuteremo, a questo punto, l’istituzione di un commissione mista per affrontare le problematiche di cui si sta discutendo”.
Presenti in aula c’erano anche parecchi sciclitani, dal momento che gli sversamenti delle acque eventualmente non depurate finiscono nel torrente Modica-Scicli, coinvolgendo entrambe le comunità cittadine. “Infatti – ha sostenuto anche il segretario generale della Cgil Giovanni Avola – a questo problema bisogna dare una risposta comprensoriale e finora non è venuta fuori una soluzione tecnica adeguata: la seduta aperta del Consiglio può avere un senso solo se si determina una soluzione, per esempio quella di nominare, nell’arco di quindici giorni, un gruppo di lavoro, presente l’amministrazione, che individui il modo per uscire fuori, proponendo misure tecniche, da questa situazione. Una volta che s’individua la soluzione tecnica bisogna reperire le risorse per concretizzarla”.