Non più biciclette lasciate a caso a Marina di Ragusa. Almeno fino al 16 settembre.
La decisione è del sindaco Federico Piccitto, attraverso un’ordinanza valida sul territorio di Marina di Ragusa con la quale si impone il divieto di abbandonare sul suolo pubblico le biciclette.
L’amministrazione comunale – sottolinea il sindaco Piccitto – ha posizionato apposite rastrelliere sul lungomare Mediterraneo, in piazza Malta, in via del Tritone, via Pescara, piazza Duca degli Abruzzi proprio per evitare l’incontrollato e disordinato stazionamento di biciclette in ogni luogo, a scapito del decoro urbano e della sicurezza dei pedoni. Purtroppo, malgrado questo, persistono comportamenti scorretti di utenti che continuano a posizionare i loro mezzi in aree non idonee, specie in quelle destinate ai pedoni. Il nostro intento è quello di migliorare la fruibilità del territorio di Marina di Ragusa, specie del frequentatissimo lungomare, a garanzia dei cittadini e dei visitatori che vi soggiornano.
In sostanza saranno rimosse tutte quelle biciclette che saranno rinvenute fissate agli arredi pubblici, quali pali di luce, segnaletica stradale, cartelli pubblicitari, monumenti, ringhiere, alberi, dissuasori di sosta, muretti etc, che comunque ostruiscano passaggi pedonali, ciclabili e marciapiedi, compromettendo la sicurezza dei pedoni, la fruizione da parte delle persone disabili o che impediscano la pulizia delle aree occupate. Provvederà alla rimozione, di concerto con il personale di Polizia Municipale, il concessionario del servizio di rimozione del Comune di Ragusa, Total Service.
Nell’ordinanza si specifica anche che le bici non più funzionanti o di scarso valore economico e quelle funzionanti, di cui non è possibile risalire al proprietario, saranno rimosse e portate presso il deposito del Comando di Polizia Municipale di Marina di Ragusa dove saranno custodite a titolo gratuito (fatte salve le sanzioni previste dal vigente Codice della Strada) per un periodo di 30 giorni, trascorso il quale l’amministrazione comunale procederà con la rottamazione presso i centri autorizzati per quanto riguarda le bici non funzionanti, se il legittimo proprietario non ne dovesse reclamare la restituzione, oppure, per le bici funzionanti, applicando la disciplina prevista dall’art. 927 e seguenti del Codice Civile (consegna all’ufficio comunale Oggetti Smarriti).
La proprietà del mezzo rimosso potrà essere dimostrata esibendo la chiave del lucchetto o con la presentazione della combinazione numerica della chiusura al fine di accertarne la corrispondenza con il lucchetto tagliato in fase di rimozione e conservato con la bicicletta, o con altro mezzo idoneo a comprovarne la proprietà. I proprietari, per la restituzione dei mezzi rimossi, sono tenuti a pagare una sanzione amministrativa per la violazione dell’art. 7 del vigente Codice della Strada che va da un minimo di 25 euro ad un massimo di 500 euro, oltre le spese sostenute dalla ditta concessionaria per la rimozione.