Lo sbarco dopo la sparatoria, fermati gli scafisti e ricostruiti i tragici fatti

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La Squadra Mobile di Ragusa ha fatto chiarezza sullo sbarco di martedì scorso a Pozzallo con un cadavere a bordo, un giovane di 25 anni vittima di una sparatoria davanti alle coste libiche.

Due gambiani, di 21 e 32 anni, sono stati fermati perché ritenuti essere gli scafisti, e si trovano ora rinchiusi nel carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea. Con loro, salgono a 63 gli scafisti fermati dall’inizio dell’anno in provincia di Ragusa.

Uno dei migranti, lo ricordiamo, è stato ucciso, mentre un altro è stato ferito con colpi d’arma da fuoco militare al polpaccio e trasportato d’urgenza in ospedale in elicottero. Le indagini e gli accertamenti delle ultime ore hanno permesso di appurare che il ragazzo è deceduto perché colpito al cuore e che il ferito è proprio uno degli scafisti. Il timoniere si è salvato, ma è stato arrestato ed ha confessato.

“Siamo stati avvicinati da un gommone che aveva una grossa mitragliatrice a prua – ha raccontato alla Polizia – condotto da alcune persone in uniforme e da altri in abiti civili. Ci hanno detto che erano della Polizia libica e che dovevamo invertire la rotta e tornare in Libia. Ho proseguito senza ottemperare all’ordine e loro ci hanno speronato. A quel punto uno ha imbracciato un grosso fucile ed ha esploso tre colpi, uno in aria, uno diretto a me, che ha ucciso un mio connazionale, ed un altro che ha ferito il mio aiutante addetto alla bussola ed al satellitare”.

Queste le dichiarazioni dell’uomo, ma anche attraverso i migranti è stato possibile ricostruire le varie fasi pre e post partenza. I migranti sono stati stipati in un capannone, in Libia, e gli organizzatori, durante la notte, li hanno condotti in spiaggia, dove vi erano i gommoni pronti, con a bordo il timoniere ed il cosiddetto uomo bussola. Una volta che tutti hanno pagato la loro quota, sono salpati e, non appena raggiunte le acque internazionali, il timoniere ha chiesto aiuto all’Italia, fornendo l’esatta posizione in mare.

Il dramma si sarebbe consumato proprio mentre si attendevano i soccorsi.

La Procura di Ragusa ha disposto l’autopsia sul corpo della vittima, e tutte le operazioni sono state condotte in sinergia con la Squadra Mobile di Agrigento, che ha eseguito l’ordinanza a carico del ferito. Quest’ultimo aveva fornito una prima versione non veritiera, riferendo alla Polizia che erano stati attaccati da una motovedetta libica che voleva rapinarli.

Intanto, ultimate le operazioni di preidentificazione e foto segnalamento da parte della Polizia Scientifica, e gli interrogatori in quanto testimoni di un omicidio e di un tentato omicidio, in queste ore si sta procedendo a trasferire i migranti, tra cui molte donne e minori anche in tenera età, dal C.P.S.A di Pozzallo agli altri centri sul territorio nazionale.