Era stato presentato, non a caso, come il momento clou della rassegna, il concerto-evento. E così è stato. Un mito in carne ed ossa, ieri sera, sul palco del “Vittoria Jazz Festival Music & Cerasuolo Wine”, in una Piazza Henriquez gremita.
Lee Konitz è entrato in scena con i suoi compagni di viaggio: il pianista Florian Weber, il contrabbassista Jerem Stratton e il batterista George Schuller, e ha scelto di iniziare con un assolo. Un omaggio ad un pubblico, anzi al “suo” pubblico, che lo ha seguito in religioso silenzio. Tra di loro molti estimatori che avevano già avuto l’occasione di conoscerlo quando si era esibito a Vittoria per la prima volta, oltre un ventennio fa, al Cinema Golden, nel 1993.
Giuseppe Gambina, direttore artistico del “Vittoria Jazz & Blues Film Festival”, kermesse cinematografica che si tiene in contemporanea con il “Vittoria Jazz Festival”, ha “sfogliato” insieme al musicista le foto di quel memorabile concerto. Konitz, oggi, a 88 anni, è un’autentica antologia vivente della storia del jazz, il caposcuola di molti jazzisti famosi sparsi nel mondo.
“La presenza di Konitz – ha detto il presidente Emanuele Garrasi – segna un passaggio importante per il festival. Si tratta di un riconoscimento di assoluto prestigio. Konitz ha deciso di fermarsi due giorni a Vittoria. Ha vissuto la città, conoscendone le bellezze monumentali e paesaggistiche. Ne ha degustato i sapori. Ha scelto di seguire, dalla platea, il concerto di Rosenwrinkel. Credo che già questo sia stato un evento nell’evento”.