Le Rsu dei dipendenti dell’ex Provincia di Ragusa, oggi Libero Consorzio Comunale, hanno aderito allo sciopero proclamato a livello regionale dai sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e dall’autonomo Csa. Domani i dipendenti della Provincia di Ragusa si asterranno dal lavoro e parteciperanno alla manifestazione in programma a Palermo dalle ore 9,30.
Il concentramento è previsto in piazza Verdi, davanti al teatro Massimo. Da lì muoverà il corteo che si snoderà fino in piazza del Parlamento, sede dell’Assemblea regionale, dove si terranno i comizi dei rappresentanti sindacali regionali. A seguire dovrebbe svolgersi l’incontro chiesto dai sindacati, tra una delegazione di vertici delle organizzazioni dei lavoratori e il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone.
“La politica la smetta di litigare sulla pelle dei dipendenti delle ex Province. Faccia presto. Entro luglio, prima della pausa estiva, completi la riforma degli enti di area vasta”, dice il segretario della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo, alla vigilia dello sciopero.
“Le beghe politiche non portano da nessuna parte. Seimila persone in Sicilia attendono una legge di riforma chiara su servizi alla collettività, risorse e personale dei liberi consorzi di Comuni e delle città metropolitane”, aggiunge Milazzo.
Il disegno di legge che dovrebbe assegnare funzioni e competenze ai Liberi Consorzi, al momento, è fermo all’Ars dopo la recente bocciatura dell’articolo 1 e la Sicilia, che sul terreno della riforma s’era mossa prima dello Stato, pare immobile, inghiottita dal pantano. La conseguenza, sostengono alla Cisl, è che senza una legge che disciplini le nuove realtà istituzionali, “il caos esplode”.
Oltretutto, “le nuove città metropolitane – osserva Milazzo – sono soggetti attuatori di spesa Ue. Ma senza la legge che le istituisce, chi spende le risorse che l’Ue assegna a questi enti?”. Ma il fronte caldo, per il sindacato, è quello dei lavoratori: “La guerra tra partiti e dentro i partiti ci porta nel baratro sociale“, denuncia il segretario Cisl. Perché “senza le nuove norme, ad aumentare di giorno in giorno è il rischio mobilità per i lavoratori. E quanto alle Partecipate provinciali, a prendere concreta forma – incalza – finirebbe con l’essere lo spettro della liquidazione”.
A dare voce alla preoccupazione Cisl, anche Gigi Caracausi, segretario della Fp Cisl Sicilia (la funzione pubblica), per il quale “se non arriva la legge, già a settembre i precari delle ex Province potrebbero trovarsi con la lettera di licenziamento in tasca. I dipendenti in organico a loro volta scivolerebbero nella mobilità che, come si sa, è l’anticamera della perdita del lavoro”.